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Hillary Clinton esce male dal mailgate. Quando un’assoluzione non basta se a condannarti è l’opinione pubblica

La scorsa settimana l’FBI ha dichiarato che l’utilizzo della mail privata per l’invio di documenti classificati, da parte dell’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, è stato un comportamento negligente ma non costituisce reato. Ergo non sarà incriminata e ha tirato un sospiro di sollievo.

Tutto bene dunque? Ni perché il sollievo è durato poco. Secondo un sondaggio pubblicato da NBC News, l’82% degli intervistati ritiene che la Clinton abbia comunque tenuto un comportamento inappropriato, mentre il 56% addirittura non concorda con l’FBI e ritiene che andasse incriminata.

In un’altra circostanza la dichiarazione dell’FBI avrebbe chiuso la faccenda. Diverso è se la persona in questione si candida a guidare la prima potenza al mondo.

Una leggerezza di questo tipo potrebbe pesare sulle prossime settimane di campagna elettorale della Clinton.

I cittadini americani si chiederanno se potranno mai affidare la valigetta nucleare ad una persona che ha commesso una tale leggerezza. E Trump non ha mancato di fare lui per primo questa domanda.

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