E’ un buon momento per Hillary Clinton, nella lunga corsa alla Casa Bianca: ha il sostegno attivo del presidente Obama e si appresta a ottenere quello del suo rivale Bernie Sanders, vede chiudersi senza strascichi giudiziari l’inchiesta sull’emailgate, amplia il vantaggio sul candidato repubblicano Donald Trump.
Il sondaggio Reuters/Ipsos le attribuisce 13 punti di margine (erano 9, nel precedente rilevamento): 46 per cento a 33 per cento, con un 22 per cento di potenziali elettori che non appoggiano né l’una né l’altro. Il sondaggio è stato effettuato prima che l’Fbi raccomandasse di non perseguire l’ex segretario di Stato per l’uso d’un server privato per le email istituzionali quand’era a capo della diplomazia statunitense.
Ieri, il segretario alla Giustizia Loretta Lynch ha accettato le raccomandazioni dell’Fbi e dichiarato chiusa l’inchiesta senza la formulazione d’incriminazioni. In una nota, la Lynch dice: “Ho ricevuto e accettato le loro raccomandazioni, che indicano la chiusura della lunga e accurata inchiesta senza incriminazioni per alcuno degli individui coinvolti”.
Sul fronte politico, dopo il primo comizio, martedì, a Charlotte, North Carolina, con il presidente Barack Obama – “Sono qui perché credo in Hillary Clinton: non c’è uomo o donna più qualificato per questo incarico, la aiuterò a essere eletta presidente degli Stati Uniti” – , l’ex first lady progetta un evento congiunto con il senatore Sanders, martedì prossimo, nel New Hampshire.
Secondo fonti di stampa, il senatore del Vermont, ancora formalmente candidato alla nomination, è pronto a riconoscere la vittoria della Clinton, formalizzando l’endorsement alla rivale senza attendere la convention democratica di fine luglio. L’occasione dovrebbe proprio essere il comizio, insieme, nel New Hampshire.
Il senatore che si autodefinisce “socialista” avrebbe particolarmente gradito le proposte di Hillary per il taglio dei costi delle Università, che avallano una parte della sua piattaforma “sociale”.
Quanto all’emailgate, la Lynch aveva già indicato che avrebbe accettato le raccomandazioni dell’Fbi formulate dopo un’inchiesta di oltre un anno, garantendo così la sua imparzialità dopo le polemiche per un incontro informale nei giorni scorso con l’ex presidente Bill Clinton.
Le parole della Lynch, dopo un incontro con il direttore dell’Fbi James Comey, mettono il sigillo del dipartimento di Giustizia sul caso. Restano tuttavia i risvolti politici della controversa vicenda: come s’appresta a deporre oggi davanti a una commissione della Camera, la Lynch lo farà il 12 luglio.