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Vi racconto il mio incubo per un bond Mps a rischio Bail-in

“Avevo 18 anni e dovevo finire la scuola superiore, in banca ero andato con mia mamma e in banca c’erano i consulenti di fiducia di papà che era morto e ci aveva lasciato una piccola, ma per noi vitale, somma di denaro”. La storia che racconta a Formiche.net Andrea ha dell’incredibile e contravviene tutto ciò che i gestori predicano nella teoria: diversificazione del rischio, profilazione del cliente in base alle prospettive di rischio/rendimento, condivisione degli obiettivi e chi più ne ha più ne metta. E ora il nostro lettore che questa storia ha voluto raccontarla fornendoci anche gli estratti del suo conto e la sua Mifid (la profilazione fatta dalla banca che lo cataloga come un investitore moderato) oltre al danno rischia la beffa: rischia cioè di essere, suo malgaro, tra coloro che salveranno Mps e perderanno quello che hanno investito e che oggi risulta essere speculazione.

LA STORIA

La banca dove Andrea era entrato, dieci anni fa, poco prima di fare gli esami di maturità era una filiale di Mps. L’anno era il 2007, tempi non sospetti, prima che esplodesse la grande crisi che dai mutui subprime in Usa ci ha portato i contraccolpi che ancora sperimentiamo sui debiti sovrani dell’Ue. “Ho aperto un conto e una gestione titoli – dice Andrea – in portafoglio avevo anche Lehman Brothers, ma ai tempi capivo poco di queste cose, poi mi sono appassionato e oggi sto per prendere la laurea magistrale in economia. Con Lehman per fortuna avevamo investito solo diecimila euro e siamo rientrati in una procedura consensuale recuperando circa il 70%.

IL BOND

Oggi invece in portafoglio ho un’obbligazione subordinata Monte Paschi Lower Tier 2 con scadenza novembre 2017. Un’obbligazione che ha un taglio minimo di 50mila euro, cioè da istituzionale come tutti i subordinati Mps ad eccezione di un Upper Tier con scadenza 2018 che invece ha un taglio retail da mille euro e che all’epoca non avevo preso in considerazione perché caratterizzato da un grado di insolvenza superiore a quello del primo”.

IL PATRIMONIO

Ora il patrimonio di Andrea è pressappoco pari a quel taglio minimo di 50mila euro, eppure un consulente ha ritenuto valido un investimento di questo tipo su un unico strumento ad elevato rischio, trattando Andrea come se fosse BlackRock. E adesso che i nodi vengono al pettine Andrea rischia di perdere tutto. Ed è lui a spiegarci i suoi timori con tanto di dettagli tecnici.

IL RACCONTO

“A dicembre è stato salvato il portoghese Banco Espirito Santo con il bail-in – continua Andrea – tutti hanno scritto che sono stati salvati i piccoli investitori. Io dico che non è così: quelli che sono stati tutelati sono stati i possessori degli Isin aperti al retail. Non è stato esaminato nel dettaglio il tipo di investitore: paradossalmente se un retail ha investito, magari spinto da un consulente su un Isin per istituzionali il suo investimento finisce nella bad bank. Se avenisse lo stesso con Mps io sarei trattato alla stregua di un grande investitore e perderei tutto, i risparmi di mio padre, guadagnati con il lavoro”. Una situazione paradossale che rende nulla la gerarchia del rischio (tra i subordinati il Lower Tier 2 è meno rischioso rispetto all’Upper Tier) e nella quale di certo non c’è solo Andrea.

I NUMERI

Nei titoli subordinati destinati agli istituzionali di Mps ci sono almeno un miliardo e mezzo di euro di investitori retail. In totale i subordinati Mps in circolazione ammontano a 5,8 miliardi su otto titoli di cui sette destinati a pubblico istituzionale: secondo le stime più accreditate circa il 65% dell’importo totale è in mano al retail. Ciò vuol dire che se anche l’Upper Tier 2018, l’unico titolo con taglio minimo adatto al piccolo risparmiatore, fosse interamente detenuto dal retail per due miliardi, ci sarebbe ancora un miliardo e mezzo in mano ai piccoli. Tutti portati da qualcuno di fiducia verso un titolo evidentemente molto rischioso.

LA CONCLUSIONE

“Io scrivo sui forum – continua Andrea – la gente non sa neppure di averli, figurarsi se sa cosa rischia ora. Ma non mi stancherò mai di urlarlo: è assurdo che per fare un aumento di capitale precauzionale si rovini il futuro di famiglie che non hanno colpa. Io, è vero, sarà stato leggero ma mi sono rivolto a persone di assoluta fiducia, amici di mio padre. Era inimmaginabile Lehman Brothers, l’allargamento dello spread, la crisi greca, il bail-in, siamo d’accordo su tutto e io avrei dovuto informarmi di più. Ma è ingiusto, profondamente ingiusto”.

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