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Consigli non richiesti su come riformare la riscossione ed Equitalia

Matteo Renzi non smette di usare termini inappropriati ad un Presidente del Consiglio ad esempio quando “licenzia” Equitalia”, il sistema di riscossione tributi, ovvero le famose cartelle esattoriali timbrate che portano rabbia e disperazione tra i cittadini italiani che a ragione, in parecchi, la considerano una “società di strozzinaggio legalizzata”. Quasi come se la società fosse calata dall’alto all’improvviso e si sia impadronita della gestione della riscossione dei tributi.

Ma ricordiamo bene cos’è questa società pubblica – le cui quote sono divise al 51% per l’Agenzia delle Entrate e al 49% per l’Inps – che esercita la riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, Sicilia esclusa. Il Gruppo Equitalia si compone di sei società: Equitalia Spa (che è capogruppo della ‘holding’), Equitalia Servizi, Equitalia Giustizia, e tre ‘agenti’ della riscossione sul territorio: Equitalia Nord, Equitalia Centro, Equitalia Sud.

Le accuse sono: la lentezza dell’apparato amministrativo che contribuisce a un drastico aumento degli interessi in relazione ai tributi non corrisposti, l’alto numero di pignoramento di beni, immobili inclusi, a fronte di debiti anche modesti. Ma è soprattutto il fatto che spesso il debitore non viene nemmeno messo a conoscenza di avere ipoteche a suo carico. Ormai migliaia di multe stradali si trasformano in pignoramento di immobili o in fermo amministrativo dei veicoli. Un caso eclatante è quello accaduto a Roma, ma l’Italia ne è costellata, dove il Giudice di pace ha condannato Equitalia per “comportamento vessatorio” per aver ipotecato immobili ad un cittadino a fronte di un debito di appena 5mila euro. La legge, infatti, vieta di procedere all’iscrizione ipotecaria a fronte di un debito inferiore alle 8mila euro.

Ma cosa ha intenzione di fare il giovane toscano? Non lo sappiamo ma sommessamente suggeriamo di non fare annunci devastanti. Per esempio con l’aiuto di consulenti competenti,  potrebbe pensare di aprire una società di riscossione dei tributi locali al servizio esclusivo dei comuni, gestita e partecipata dall’Anci nazionale. Dunque per non massacrare anche i dipendenti che non dormono ovviamente sonni tranquilli e tantomeno sereni, bisognerà creare le condizioni perché il modello di agenzia sappia distinguere i contribuenti in base al reddito, che adotti pesi diversi a seconda che si tratti di un evasore o di un pensionato a reddito basso o comunque un cittadino italiano.

Prima di mettere in campo delle azioni per il recupero crediti, verificare, per esempio, se si tratta di un lavoratore dipendente o di un cassaintegrato o una donna con famiglia a carico. I Comuni dal 1997 hanno la facoltà di disciplinare autonomamente le forme e le modalità della riscossione delle proprie entrate. Se fino ad oggi non l’hanno fatto bisogna che si capisca perché e come rimediare a questa vessazione di Stato acuite ovviamente dopo la crisi economica. Chi pensa o dice dunque di volerla chiudere dice una stupidaggine: sicuramente va comunque modificato un sistema e forse anche ripensata la politica fiscale che strangola cittadini e imprese.


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