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Il mio ricordo di Marta Marzotto

Marta Marzotto

In queste ore Hilary Clinton e Marta Marzotto due signore in età occupano le prime pagine dei giornali e dei mezzi di informazione.

Marta Vacondio Marzotto l’ho conosciuta anni fa ad una iniziativa di sensibilizzazione della malattia che gli aveva strappato una giovane figlia: di lei conservo ancora il soprabito a caffettano verde a righe luminose che mi ha regalato perché avevo apprezzato il suo impegno e avevamo insieme organizzato una raccolta. E non in un salotto, ma in un pomeriggio d’inverno in una stanza mal riscaldata dove raccoglievamo indumenti per le popolazioni colpite dalla guerra nell’ex iugoslavia nell’ambito di “Adotta la pace”.

Era generosa e solare la signora Marzotto e mi raccontò che si trovava a suo agio con gente semplice e che sapeva distinguere – a pelle – “le damine della S. Vincenzo”, signore snob che facevano del bene per darsi un ruolo, da quelle che lo facevano perché “far del bene fa sentire bene”. Ecco così mi piace rendere onore ad una donna della quale troppo spesso non viene ricordata il valore della donazione che lei ha saputo ben rappresentare e che rimane nel suo sorriso, identico a quello del figlio Matteo.

Poi c’è Hilary go Hilary come, sempre da queste pagine, mesi fa abbiamo sostenuto con quel vigore di cui aveva bisogno per poter arrivare al traguardo della nomination, certo anche in nome delle donne. Mi e piaciuta moltissimo stamane Tiziana Ferrario che in diretta dall’America in coda all’evento mentre scoppiavano ancora i palloncini bianchi rossi e blu, ha bacchettato la conduttrice di Uno Mattina che ha maldestramente osato dire che in America concorrono persone vecchie, ovviamente citando anche quel Trump che non si rassegna al tempo che passa e tinge il tuppettino, ma soprattutto sottolineando l’età di Hilary.

La Ferrario reduce da una avventura di accantonamento in azienda, ma splendida inviata all’estero con reportage veramente di alta professionalità, ha ripreso la conduttrice in Italia sottolineando giustamente lo sgarbo non proprio professionale nei confronti di una signore tostissima che con le carte in regola si candida a governare l’America. E lo farà. Ecco, io sono sicura che essere italiane oggi significa anche essere solidali anche tra donne e soprattutto mettere da parte quel giovanilismo molesto che si arroga il diritto di etichettare signore che fanno la storia.

Le persone che valgono lo sono sempre ad ogni età.


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