Dopo Parigi i primi di luglio, anche Roma, terminata la settimana dell’alta moda AltaRoma, manda la moda in vacanza. Ma la moda andrà in vacanza? Certo è, che a Roma si sbaracca il quartiere generale: cioè lo scalo ferroviario di San Lorenzo.
Sì lo so, direte, come mai l’haute couture a Roma sfila in uno scalo ferroviario? No saprei rispondere…. Probabilmente perché il recupero industriale, il loft e le vecchie fabbriche rimesse a nuovo vanno di moda ma voi mi rispondereste con un’altra domanda: ma Roma non ha location più storiche e rappresentative?
Insomma è un bel quesito… E se poi mi doveste chiedere se comunque è accogliente e confortevole vi risponderei che è uno spazio che ha conservato la praticità tipica di una vecchia stazione tra cui comodissime panche di legno….
Ma si respira l’allure, il sogno dell’haute couture? No, non credo potrei rispondere affermativamente neanche a questo ma, forse sì, una risposta ce l’ho a tutti questi perchè: piace al fashion system!
Bene, allora se piace al fashion system sarà stato un successo comunque!
Beh… non saprei… Questa edizione di AltaRoma ha visto sfilare solo due stilisti italiani e due stilisti stranieri ed un numero abbastanza esiguo tra addetti ai lavori, ospiti e stampa.
Ma Altaroma merita questo? No, non credo meriti il deserto delle prime file. Forse bastava che la Presidente di Altaroma, appartenente anche alla famiglia Fendi, chiedesse in prestito per altre 48 ore delle comode sedute usate alla fontana di Trevi la sera prima. O forse anche la possibilità di condividere una volta di più lo scenario della fontana della dolce vita anche con chi è venuto nella capitale appositamente per la settimana della moda, senza essere invitato alla sfilata dell’anno.
È questo che ferisce: far ignorare Roma al gotha della moda. Non riconoscerla più come città della moda se non per la sua storia di antichi atelier. Peggio ancora ricordarsene in situazioni del tutto eccezionali come l’ormai parigino di adozione Valentino che l’anno scorso ha blindato piazza Mignanelli e piazza di Spagna per la sfilata della sua couture. Medesimo comportamento quest’anno per i festeggiamenti del compleanno (90 anni della maison Fendi) dell’azienda di nascita romana ed, anch’essa, adozione francese (grazie alle acquisizioni del gruppo Arnault).
Poi ci chiediamo il perché Della Valle, che ha stanziato milioni di euro per il restauro del Colosseo, non abbia fatto sfilare la “sua” TOD’S nell’anfiteatro romano, mentre invece è stato concesso a chi ha investito altrettanti milioni per il restauro della fontana di Trevi per una sua esclusiva e privatissima sfilata… Ma il restauro non è per un bene pubblico? Ma quello che più salta agli occhi non è tanto l’esclusività e l’utilizzo privato della location per un anniversario aziendale ma è la data scelta in calendario per l’evento: poche ore prima dell’inizio ufficiale del calendario della fashion week dell’alta moda presieduta proprio dalla signora Silvia Venturini Fendi con la totale assenza di condivisone, partnership, patrocinio, o altro che associasse i due marchi: Fendi & AltaRoma!
Apprezzo di più il comportamento di Dolce e Gabbana per il coinvolgimento dei cittadini tra i vicoli napoletani (per quattro giorni, dal 7 al 10 luglio, nelle stesse date di AltaRoma…!) che ha incrementato la notorietà delle bellezze della città partenopea. Anche se, pure qui, poteva esser evitato l’imbarazzo per la sovrapposizione di date.
Insomma siamo alle solite: concorrenza in casa! Infatti a 200km di distanza due griffe dello storico made in Italy snobbano la kermesse dell’alta moda italiana, mentre allo stesso tempo gli stranieri dovrebbero calcare le passerelle dell’haute couture internazionale a Roma. Una contraddizione che lascia deserte le prime file delle sfilate. Le assenze si sono notate anche tra chi doveva “calpestare” le passerelle riducendo la “settimana” di AltaRoma in due giorni effettivi, con la sola presenza di due stilisti italiani (Balestra e Persechino) e due stilisti stranieri (Krommenacker e Rani Zakhem). Quattro sfilate, tutte belle, di prestigio internazionale, che avrebbero meritato una sede più rappresentativa. Infatti in due hanno deciso di sfilare all’esterno (Krommenacker alla residenza dell’Ambasciatore del Regno dei Paesi Bassi a Roma e Persechino nel giardino di un Hotel sulla via Aurelia), e le due rimanenti hanno sfilato nella sede preposta della manifestazione: lo scalo di San Lorenzo.
Quattro sfilate che avrebbero meritato più riflettori e più coinvolgimento degli addetti ai lavori e degli appassionati. Insomma è davvero un peccato vedere le prime file occupate solo da un miscuglio di pseudo blogger imprigionati nei loro improbabili, quanto fuori luogo, look circensi.
Siamo a Roma, la meravigliosa città dell’alta moda, sfavillante e preziosa. Guardate le foto delle sfilate e diteci la verità, diteci se Altaroma non merita di più.
Io sì, sono convinta, Altaroma merita di più.