Il modello unico non vale più. A dirlo è la dura legge del moderno mercato industriale: le piattaforme e l’interconnessione fanno di più. E fanno meglio. Nel corso della prima giornata del Social Business Forum “The Plat-firm Age” che si tenuto ieri all’Hotel Marriott di Milano, si è parlato proprio di questo. Giunta alla nona edizione la kermesse, organizzata dalla società del Gruppo Bip Openknowledge, azienda italiana leader sui temi del social business e della digital transformation, si propone di analizzare la trasformazione del mondo industriale a tutti i livelli. Sono stati presenti infatti keynote d’eccellenza che operano in vari settori: da Sangeet Paul Choudary, autore dei bestseller internazionali Platform Revolution e Platform Scale, a Barbara Cominelli, Director of Commercial Operations & Digital di Vodafone Italia. Solo per citarne alcuni.
SICA E LA RIVOLUZIONE DIGITALE TRA PUBBLICO E PRIVATO
A introdurre i lavori sono stati Rosario Sica ed Emanuele Scotti, rispettivamente Co-founder e Chairman e Co-founder e CEO di Openknoledge. Sica ha spiegato: “Gli elementi fondativi del forum che si tiene ormai dal 2007 non sono cambiati: ancora oggi infatti la mission rimane quella di portare tra gli addetti ai lavori e non solo una maggiore consapevolezza in merito all’importanza della digitalizzazione. Man mano, ne corso degli anni, il forum ha assunto infatti maggiore importanza divenendo così un punto di riferimento nazionale e internazionale”. La loro responsabilità? “Dobbiamo portare in Italia e sul territorio l’eco di una trasformazione generale che interessa tutti sempre di più. Aziende appartenenti a ogni settore” ha spiegato ancora il Chairman di Openknoledge che ha poi aggiunto: “In che cosa dobbiamo migliorare? Nella comunicabilità di questo fenomeno. I temi legati alla digitalizzazione dovrebbero essere portati anche in ambito accademico: i nostri ragazzi riescono a masticare davvero la digital revolution solo una volta usciti dalle università, perché nelle aule ci sono ancora docenti che non sono poi così esperti. Le aziende hanno spesso bisogno di cose diverse rispetto a quelle che vengono insegnate nei nostri atenei: se continuiamo ad affidare la qualificazione degli studenti a docenti non qualificati non se ne esce”. Oltre al gap generazionale ed educativo, ne esiste anche uno tra pubblico e privato? “Sì, in Italia. Il problema non sono le piattaforme abilitanti ma l’interazione multi-sided in termini di customer experience che crea barriere e insoddisfazione nei servizi. La digitalizzazione della PA viene ancora percepita come una banale trasformazione dei servizi da tradizionali a digitali, per intenderci dal fax alla mail. Benissimo anche questo ma il resto? Il Governo si muove molto lentamente, soprattutto se confrontiamo il suo operato con quello delle istituzione pubbliche nei paesi del Nord Europa” ha specificato Sica che poi ha concluso: “Enjoy ha un’app favolosa per prenotare il car sharing. Perché non posso fare lo stesso quando vado allo sportello in Comune per prenotare una qualsiasi cosa? Il privato è arrivo prima del pubblico”. Ancora una volta.
SANGEET E LA RIVOLUZIONE DELLE PIATTAFORME
Tra gli interventi di maggiore rilievo quello di Sangeet Paul Choudary che ha esordito: “Il mondo del business sta attraversando un periodo di profondo cambiamento, che richiede una riorganizzazione dell’intera catena del valore. La diffusione delle piattaforme ha permesso di ridisegnare e innovare il processo di scambio tra produttori e consumatori, creando nuovo valore attraverso l’intelligenza collettiva, i dati e le interazioni”. Nel concreto di cosa stiamo parlando? Di soggetti che agiscono quotidianamente nella nostra vita: Google prima di tutti e poi Facebook, Snapchat, AirBnb, Ebay ecc ecc. Dal post-industriale al proto-industriale il passaggio è stato repentino e non indolore. La nuova organizzazione delle strutture operanti sul mercato prevede infatti uno switch importante basato sull’utilizzo di software sofisticati e interconnessi fra loro. Un pregio? La velocità di comunicazione è quello che Choudary ha definito “effetto di rete“. L’uso delle piattaforme innesca infatti un effetto domino, un circolo vizioso: “Più la piattaforma viene usata – ha spiegato ancora Choudary – più si scambia valore tra utenti e partecipanti, anche grazie ai feedback raccolti“. Com’è la situazione in Europa? “Ci sono segnali interessanti ma bisogna lavorare ancora molto. Rispetto all’Europa, gli Usa beneficiano della Silicon Valley e dei suoi protocolli” ha osservato il fondatore e amministratore delegato di Platform Thinking Labs. A ‘casa nostra’ infatti la concezione del lavoro è ancora legata alla presenza in azienda, in fabbrica. La chiave migliore per soppiantare il modello superato con quello innovativo basato sulle piattaforme – spesso utilizzato inconsapevolmente – è l’agile marketing “che non si può insegnare nelle università ma si assesta e assorbe con l’esperienza sul campo” ha concluso Choudary.
LA COMINELLI E L’IMPORTANZA DELLE HUMAN RESOURCES
Anche Vodafone si muove nella direzione delle ‘aziende piattaforma’. Non solo nel rapporto di interazione con i clienti ma anche e soprattutto nella creazione di nuovi servizi, attraverso partnership eccellenti. Lo ha spiegato Barbara Cominelli. “La tecnologia sta trasformando radicalmente il nostro mondo”, ha detto la manager di Vodafone che poi ha aggiunto: “IOT, big data, fusione tra ambiente fisico e digitale, e focus sulla customer experience stanno rivoluzionando la società in cui viviamo e di conseguenza il modo in cui le aziende sono organizzate e fanno business”. Che quindi il digitale possa sostituire l’umano? Assolutamente no, può integrarlo però e renderlo migliore. “Quando i nostri clienti hanno un problema vogliono parlare con un operatore, il contatto umano resta dunque imprescindibile. Ma attraverso una sempre più veloce digitalizzazione noi possiamo rendere il lavoro dei nostri call center più sicuro e allo stesso tempo migliore la nostra offerta dei servizi”.
E TANTI ALTRI…
si è inoltre parlato dei cambiati che l’utilizzo delle piattaforme hanno portato nell’ambito dei media dove ormai l’on demand la fa da padrone. Il valore aggiunto? “La possibilità di accedere ad una quantità infinita di dati senza preclusioni spazio-temporali” ha detto Eugenio Cassiano che ha aggiunto: “SAP Hybris ha esaminato tutte quelle tendenze e costruito una soluzione che si concentra veramente su come aiutare i clienti fornendo loro una vasta gamma di prodotti coerente, contestuale e indipendente dal canale o dispositivo utilizzato“. E se i media sono tra i settori maggiormente ‘piattaformizzati’ c’è da dire che alla rivoluzione digitale non resistono neppure banche, marchi importanti del food&beverage e dei trasporti.