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Un mare di Festival e una montagna di incontri. Cosa scelgo?

I Festival in giro per l’Italia tra le città di montagna e i lungomari più famosi delle nostre coste. Per questa estate ne ho scelti due.
UNA MONTAGNA DI LIBRI, è la stagione letteraria di Cortina d’Ampezzo, che quest’anno  arriva alla sua XIV Edizione. E gira intorno al tema delle “esperienze”.
IL CAFFÈ DELLA VERSILANA, all’ombra di quei pini di Gabriele D’Annunzio, a Pietrasanta. Al tramonto, gli incontri, come succedeva ad amici letterati.

Lì dove D’Annunzio discuteva di poesia e imprese d’amore, lì dove, negli anni dopo il boom economico del nostro Paese, arrivavano i Commenda, (così si dice?). Passeggiando per  4km di costa noti come Forte dei Marmi nei vecchi film, e dove tutt’ora  è punto di ritrovo estivo di numerosi protagonisti della finanza, campioni sportivi e personaggi del mondo dello spettacolo. Lì dove è passata la vita mondana , lì dove è passato un pezzetto della nostra cultura, lì dove queste anime cercano di conciliarsi, tra nuove generazioni che probabilmente non conoscono neppure i trascorsi vivaci di quelle notti in Versilia. Lì dove vanno a casa dai nonni. Lì dove l’attenzione si è probabilmente spostata in questi anni verso le famiglie. Questo il quadro per comprendere che tipo di pubblico, di attese, di difficoltà e anche che punto strategico per discutere di come cambia il nostro Paese, che futuro vorremmo per noi, i nostri figli, perché ricordiamoci che ci aspetterà un autunno denso, in particolare per il referendum, le riforme costituzionali, la legge elettorale, le geografie dei nostri territori che saranno ridisegnate secondo la denominazione di “zone vaste”… E così abbiamo scelto due zone vaste molto conosciute. L’altra è cortina D’Ampezzo. Un simbolo anche quello della cinematografia nostrana, gli Yuppies, le generazioni che vi sono passate sono lo specchio di una società, spesso spaccata in due, e che forse neppure esiste più dopo la globalizzazione, ha assunto dinamiche completamente differenti. Internet ha cambiato anche i gusti degli italiani, i quali con un volo, magari di nuove compagnie, superano i confini disegnati dalle nostre Dolomiti, e le famiglie ricche, gli industriali, la borghesia, i salotti buoni, già da tempo hanno doppio passaporto, hanno nuove mete, nuovi orizzonti o come dice qualcuno sono semplicemente “poteri morti”. Sembra un quadro un po’ triste? No. È la cultura la parola chiave. I festival e in particolare nelle località di cui abbiamo rievocato, raccontato, ricordato, romanzato, (inviato uomini della Finanza, come il premier Monti durante il suo governo tecnico), hanno un ruolo di “rinascita”, di “riscoperta”, in parte persino rivoluzionario. Organizzare le nostre estati, fuori e in città, penso a delle lontane bellissime edizioni dell’estate romana, anche ai tentativi ambrosiani, alla bellissima Costiera Amalfitana.
Significa mettere la cultura, l’incontro, il dialogo alla base delle nostre giornate, della nostra vita, più civismo e meno mondanità.
Più confronto e meno balere.
La cultura poi, era l’emblema dell’elite, chi poteva accedervi, anche trasgredirla, ma viverci, e chi non poteva.
Oggi, la cultura nei luoghi delle vacanze, negli spazi del tempo libero.
Resta il problema di chi vale la pena incontrare. I pensatori, i letterati, effettivamente la fatica di trovare dei maestri non lo risolve spesso neanche il festival, ma vale la pena tentare. Ci vediamo agli incontri culturali pomeridiani.

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