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Cinema, un’estate italiana: le presenze in sala, le criticità e le prospettive

Si è parlato di stagionalità e confronto con gli altri paesi europei in un interessante convegno recentemente tenutosi a Riccione e organizzato dalla rivista Box Office.

In occasione di Cinè – Giornate Estive di Cinema, esercenti, produttori e distributori si sono infatti incontrati per discutere circa uno dei problemi storici della nostra industria in Italia: la scarsa affluenza di pubblico in sala durante la stagione estiva. Secondo l’analisi sulle presenze in Italia ed Europa condotta da Box Office, il peso dei 3 mesi estivi (giugno-luglio-agosto) sul numero totale di biglietti venduti nel 2015 è stato del 12.8%.

Rispetto ai paesi vicini, l’estate in sala per gli italiani è veramente da considerarsi poco attrattiva se si considera che in Francia la bella stagione attrae il 22% delle presenze annuali, il 20% in Germania e il 25.3% in Gran Bretagna.

La prima osservazione che si potrebbe fare è relativa al clima che spinge molti di noi fuori casa e nelle località balneari, ma nella vicina Spagna (dove le temperature sono simili alle nostre) la stagione estiva nel 2015 ha addirittura contribuito per il 26% sul totale delle presenze annuali. È utile ricordare come il mercato spagnolo sia leggermente inferiore a quello italiano (99.4 vs. 94.2 milioni di ingressi nel 2015), ma nonostante questo il numero di biglietti venduti nel 2015 nel paese iberico dall’1/6 al 31/8 è stato di quasi il doppio rispetto al nostro (24.4 vs. 12.7 milioni di ingressi).

La differenza, ad un primo sguardo, sembra farla l’assenza del prodotto di animazione. In Spagna “Inside Out” e “Minions”, come quasi nel resto d’Europa, sono usciti tra giugno e luglio e hanno realizzato incassi da record. Si tratta di titoli che anche in Italia hanno avuto un ottimo incasso (1° e 2° film dell’anno), ma che però sono stati distribuiti nelle date del c.d. “back to school” tra fine agosto e metà settembre.

Lo stesso schema distributivo, applicato da anni, e che verrà ripetuto anche nel 2016, nelle stesse date, con il nuovo film della serie “L’era glaciale” e “Alla ricerca di Dory” (“Pets – Vita da animali” invece uscirà ad ottobre).

Quindi è solamente l’assenza di questo genere di film (oltre ovviamente a quelli di produzione nazionale) a determinare il “gap” con gli altri paesi? Non solo. Secondo gli analisti, il problema ha radici più profonde.

L’incasso medio di un film in estate in Italia, dove a parte l’animazione le uscite sono abbastanza allineate a quelle degli altri paesi europei, non raggiunge neanche il milione di euro. Nel 2015, tra giugno ed agosto, solamente un film ha superato i 10 milioni di € di incasso, mentre in totale solo 10 titoli hanno incassato più di 2 milioni di €.

Imparagonabile la nostra situazione rispetto a quella della Francia (dove i primi 5 film hanno incassato tutti più di 15 milioni di €), Germania e Gran Bretagna e neppure rispetto alla stessa Spagna dove praticamente quasi nessun film nella Top20 ha incassato meno di 1.5 milioni di €.

Si tratta perciò anche di una questione di abitudine di consumo.

Nel nostro paese sono stati fatti sicuramente grandi passi in avanti sia dal punto di vista dell’offerta (imparagonabile rispetto alla quasi totale assenza di prodotto di più di vent’anni fa) che rispetto alle strutture grazie alle quali il pubblico ha iniziato a frequentare i cinema d’estate.

Siamo però ancora lontani dall’obiettivo del 20% quale quota della stagione estiva sul totale delle presenze annuali.

L’impressione, soprattutto dopo l’appuntamento tra gli operatori di settore di Riccione, è che però si stia lavorando nella giusta direzione per arrivare a questi numeri. Nonostante le difficoltà, i risultati hanno dimostrato come lavorando sull’offerta si sia stimolato molto la domanda, che da alcuni anni è comunque stabile. I grandi film “evento” come “Mission Impossible 2”, “Spider-man”, “La guerra dei mondi”, “Il cavaliere oscuro” e i film della saga di “Harry Potter” usciti in estate hanno permesso al pubblico di abituarsi ad entrare in sala e a cercare nuovi contenuti da fruire anche “fuori stagione”.

I problemi che comporta una scarsa programmazione di titoli importanti d’estate sono chiari a tutti (sovraffollamento di film in altri periodi dell’anno; problemi di gestione per alcuni esercizi costretti alle ferie forzate; rischio di ricorrere a visioni “illecite” da parte del pubblico più giovane).

Proprio per questo motivo sono fiducioso che gli sforzi saranno sempre maggiori, dato che è evidente come i benefici siano superiori ai rischi.


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