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Eolico offshore, sette anni di attesa non bastano. Scoppia il conflitto fra i TAR

Una dinamica molto nota nella giustizia amministrativa italiana – il rimpallo fra tribunali e il ricorso come arma “perenne” – impedisce da sette anni di decidere il destino dell’impianto eolico in progetto al largo del Comune di Gela. Una storia emblematica che vale la pena raccontare.

Mediterranea Wind Offshore srl, parte del ligure Gruppo Termomeccanica di La Spezia, progetta a due miglia dalla costa, nelle acque del Comune di Butera (Caltanissetta) la realizzazione di un impianto eolico offshore di 137 MWe di potenza composto da 38 aerogeneratori alti 35 metri. Siamo nel 2009, quando ottiene la Via (valutazione di impatto ambientale) dal Ministero dell’Ambiente. Giungono però anche i pareri negativi da parte della Regione Sicilia, degli enti locali coinvolti dal progetto (Gela, Butera e Licata) e del Ministero dei Beni Culturali. L’azienda rivede quindi in corso d’opera sia la posizione che la dimensione del progetto (da 113 agli attuali 38 aerogeneratori), ma l’opposizione permane.

Mentre il Governo (Presidente del Consiglio Letta, siamo intanto giunti al 2013) conferma il parere positivo al progetto, i Comuni di Licata, Gela, Palma di Montechiaro e la Provincia di Caltanissetta promuovono i ricorsi giudiziari contro gli atti del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri dell’Infrastrutture, dell’Ambiente e dello Sviluppo economico.

Arriviamo ad oggi, agosto 2016. La procedura amministrativa fino non riesce a dirimere la questione, ma anzi la complica ulteriormente. Sono infatti oggi i TAR di Lazio e Sicilia a “palleggiarsi” la questione. Il tribunale amministrativo siciliano non riconosce la propria competenza a decidere sui ricorsi verso gli atti autorizzati del Governo, rimbalzando la questione al TAR Lazio che, a sua volta, appena prima della trascorsa pausa estiva, solleva un conflitto di competenza presso il Consiglio di Stato perché risolva il conflitto di competenza.

150 milioni di euro di investimenti al palo, sette anni trascorsi e l’incertezza di quanti ancora ne dovranno passare prima di ottenere un esito – affatto scontato – sulla fattibilità del progetto.


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