In giugno, la produzione industriale è calata di -0,4% m/m, smentendo nettamente le aspettative di aumento. La variazione tendenziale calcolata sulla serie corretta per i giorni lavorativi accentua la discesa da -0,6% a/a a -1,0% a/a.
La contrazione della produzione è diffusa a tutti i raggruppamenti; fanno eccezione i soli beni strumentali, la cui produzione però aveva subito un ampio calo già in maggio. Su base tendenziale, gran parte della flessione della produzione è imputabile alla produzione energetica (-0,6%) e a quella di beni di consumo non durevoli (-0,4), con contributi marginalmente negativi anche dal comparto dei beni durevoli di consumo e dei beni strumentali; rimane positivo, invece, il contributo dei beni intermedi (+0,2).
Allargando un po’ lo sguardo oltre la volatilità mensile, in Italia l’attività industriale ha cessato di crescere da metà 2015, e da alcuni mesi sta addirittura arretrando. Ciò dipende molto dall’andamento della produzione energetica, che rappresenta il 12,8% del totale e che a sua volta riflette soprattutto fattori climatici (inverno e fine primavera mite). Tuttavia, anche l’andamento della produzione manifatturiera non è brillante: il calo della produzione di beni di consumo compensa in gran parte la ripresa di quelli di beni di investimento (peraltro interrottasi recentemente) e di beni intermedi.
Per effetto del pessimo andamento del bimestre maggio-giugno, nel secondo trimestre la produzione industriale è calata di -0,4% rispetto al periodo precedente, e ciò implicherà un contributo marginalmente negativo alla crescita del PIL.
Dopo l’anomalo boom della produzione industriale nel primo trimestre, quindi, la crescita del PIL italiano torna a dipendere soprattutto dal contributo del terziario, come è stato per tutto il 2015. La stima preliminare dei conti nazionali sarà diffusa venerdì 12 e ci aspettiamo una variazione non superiore allo 0,2% t/t.