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Come interpretare le pubblicità del credito ai consumatori?

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Le pubblicità del credito ai consumatori sono spesso ingannevoli: ecco a cosa devi fare attenzione per non incappare in fregature.

Gli annunci pubblicitari sono uno dei modi più comuni con cui si viene a conoscenza di un particolare prestito e delle sue caratteristiche. Tuttavia, spesso il prodotto viene presentato in modo poco chiaro e ciò può creare confusione.

Per evitare di rendersi conto troppo tardi di aver sottoscritto un contratto poco conveniente è quindi indispensabile sapere quali elementi non devono mai mancare in una pubblicità del credito ai consumatori e, soprattutto, come valutarli.

Credito ai consumatori: cos’è?

Nella guida della Banca d’Italia si legge che il credito ai consumatori consiste sostanzialmente in un finanziamento concesso a un consumatore privato allo scopo di acquistare beni o servizi (prestito finalizzato), oppure per disporre di denaro liquido (prestito non finalizzato).  Tale finanziamento può andare da un minimo di 200 euro a un massimo di 75mila euro ed è concesso da una banca o da una finanziaria, spesso anche attraverso un accordo con un fornitore di beni, un negozio, un concessionario, ecc.

Cosa deve contenere l’annuncio pubblicitario di un prestito?

Per evitare che ciò accada ti ricordiamo che, per essere in regola con la normativa, ogni pubblicità di credito al consumo deve indicare espressamente le seguenti informazioni:

– tasso di interesse annuo (TAN)

– spese che determinano il costo complessivo del prestito (TAEG)

– importo massimo che può essere concesso in prestito

– durata del piano di rimborso

– importo totale dovuto alla banca

– ammontare delle singole rate

Inoltre, la pubblicità deve fornire  almeno un esempio concreto che aiuti l’utente a capire meglio le caratteristiche economiche del prodotto creditizio.

Per quanto riguarda il TAEG, è importante che gli venga attribuita la stessa rilevanza di tutte le altre informazioni e che eventuali servizi accessori obbligatori (ad es. l’assicurazione sul credito) vengano indicati espressamente a parte nel caso in cui il loro costo non fosse già compreso nel TAEG.

Attenzione ai cosiddetti finanziamenti a tasso zero!

Spesso si sentono spot che pubblicizzano prestiti a tasso zero e che inducono quindi il consumatore a pensare che il finanziamento non presenti alcun costo. Nella maggior parte dei casi è il TAN ad essere uguale a 0, non il TAEG. Ciò significa che il finanziamento non presenta interessi, ma potrebbe comunque comportare dei costi di istruttoria o delle spese di gestione e incasso rata.

Vi è infatti non poca confusione circa il significato di TAN e TAEG. Il TAN (Tasso Annuo Nominale) fa riferimento infatti al tasso di interesse puro, mentre il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) indica il costo complessivo del finanziamento, comprensivo di interessi e spese accessorie e/o ricorrenti.

Infine, un ultimo consiglio: diffidate sempre di chi promette prestiti facili a tutti e verificate tutte le informazioni che vi abbiamo elencato sopra prima di firmare qualsiasi cosa.

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