È triste constatare che Massimo Gandolfini sia attaccato ormai più dal Pdf che da Gayburg. Oggi l’ennesimo, incomprensibile strale. Il peccato originale sarebbe stato quello di aver incontrato il Ministro dell’Interno Angelino Alfano poco prima del Family Day del 30 gennaio al Circo Massimo. Alfano gli chiese di “venirsi incontro”, e Gandolfini gli rispose che se non avesse minacciato la crisi di Governo sulle unioni civili entro l’inizio della manifestazione (cioè l’unico vero fatto politico che avrebbe potuto affossare per sempre il ddl Cirinnà) sarebbe stato inutile qualsiasi tipo di discorso. Com’è noto Alfano preferì la poltrona, noi ne prendemmo atto invitando a non votare Ncd alle amministrative successive e la cosa riuscì visto che nemmeno Maurizio Lupi fu eletto nel Consiglio comunale della sua Milano. Gandolfini ha sbagliato a tentare di salvare la situazione in extremis con la sola persona che poteva concretamente far saltare la scacchiera? No, ha fatto benissimo, perché questo fanno i rappresentati di un popolo che non pensano al loro personale futuro. Certo, la foto dell’incontro rigirata su Twitter fu una palese strumentalizzazione. Ma il gioco valeva la candela.
Stavolta il peccato, anch’esso mortale, sarebbe quello di aver accolto l’invito di Stefano Parisi a spiegare le istanze del Family Day all’evento che si terrà oggi e domani a Milano. Parleranno decine di vari rappresentanti della società civile, tra cui vorrei ricordare Suor Anna Monia Alfieri, un Panzer della libertà di scelta educativa che certo non sarà lì per aspirare al Ministero dell’Istruzione di un futuribile Governo Parisi. Suor Anna sarà lì perché lei crede a quello che dice, e va ovunque le chiedano di dar conto delle sue opinioni. Ed esattamente così fa, ormai da anni, Massimo Gandolfini, che proprio ieri era a “far fare ascolti” in diretta a Radio Radicale. A Milano gli è stato chiesto un contributo di carattere culturale e antropologico sui temi che ci stanno a cuore: vita, famiglia, libertà educativa. Non c’è bisogno di specificare che Massimo parlerà pane al pane, perché già lo sa chiunque l’abbia mai ascoltato. Parisi pensa che sarebbe meglio dare in adozione un bambino a una coppia gay piuttosto che lasciarlo in orfanotrofio? Vuol dire che nessuno gli ha mai spiegato che per ogni bimbo in stato adottivo ci sono e ci saranno sempre decine di famiglie in attesa, e che le coppie gay non mirano comunque all’adozione ma alla procreazione artificiale. Bene, glielo spiegheremo noi. Chi meglio di Gandolfini può spiegare a Parisi la natura essenziale dell’adozione, visto che di figli ne ha adottati 7? Parisi cambierà à idea? Non posso che sperare di sì, e penso che comunque Massimo saprà senz’altro metterlo in crisi.
Ma il nostro compito è quello di rendere testimonianza alla verità. Se ci si dà occasione di farlo in ambienti che si candidano a governare il Paese mi sembra che questo sia ancor più doveroso. O ci auguriamo che anche il centrodestra sia definitivamente colonizzato da chi ha già in mano le redini del Pd e del M5S sui temi che ci stanno a cuore? D’altro canto, questo è il ruolo di “sale del mondo” affidato ai cristiani. In molti hanno storto il naso quando (mutatis mutandis) Giovanni Paolo II ha visitato Augusto Pinochet in Cile, o quando Benedetto XVI ha fatto lo stesso con Fidel Castro a Cuba. Gesù ce l’ha insegnato, non bisogna aver paura delle chiacchiere interessante che ci vociferano alle spalle se vai ad annunciare la verità anche nelle case più inopportune. Mi chiedo a che diamine serva proclamare tutti i giorni il Santo Vangelo da improbabili pulpiti se poi non si coglie nemmeno l’ABC. Capisco le esigenze di propaganda politica, dominate dalla logica del mors tua vita mea, e capisco anche un certo affanno e nervosismo. Gandolfini ha spalle larghe come la sua famiglia, quindi di queste chiacchiere nemmeno sente l’eco. Ma almeno, che si lasci fuori il Vangelo.
(testo pubblicato sul profilo Facebook di Savarese)