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Cruz con Trump, Springsteen (e Lat) con Hillary

Springsteen

Per Usa 2016, è tempo di endorsement, magari tardivi: l’ex aspirante alla nomination repubblicana Ted Cruz ha creato una certa sorpresa, annunciando il suo voto a Donald Trump, dopo aver negato al rivale il proprio appoggio durante la convention del partito a Cleveland. Bruce Springsteen, invece, si dichiara per Hillary Clinton, che il Los Angeles Times, il più autorevole quotidiano della West Coast, definisce “una scelta obbligata” rispetto al suo “catastrofico” avversario.

CRUZ, PREGHIERE E CALCOLI

Ultra-conservatore ed evangelico, Cruz, di origine cubana, aveva avuto frizioni anche personali con Trump durante le primarie, quando era stato il più insidioso dei suoi rivali: i due s’erano scambiati “colpi bassi”, coinvolgendo le rispettive famiglie. Sul palco di Cleveland, il senatore aveva invitato a votare “secondo coscienza”, senza neppure citare Trump.

Adesso, scrive, sul proprio profilo Facebook: “Dopo mesi di attente considerazioni, di preghiera ed esame di coscienza, ho deciso che nell’Election Day voterò per il candidato repubblicano Donald Trump […] Ho preso questa decisione per due motivi. Primo: lo scorso anno ho promesso che avrei sostenuto il candidato repubblicano. E intendo mantenere la parola. Secondo: anche se ci sono aree di significativo disaccordo con il nostro candidato, Hillary Clinton è del tutto inaccettabile”.

Per numerosi osservatori, c’è pure una terza ragione: Cruz intende salvaguardare le proprie possibilità d’essere nel 2020 il candidato repubblicano alla Casa Bianca, se Trump dovesse perdere.

PIÙ CONTRO TRUMP CHE PER HILLARY

La principale molla di molti endorsement a Hillary Clinton è impedire a Donald Trump di arrivare alla Casa Bianca. Bruce Springsteen, che in questa campagna s’era finora tenuto in disparte, lui spesso associato in passato a candidati democratici, dice la sua parlando a Rolling Stones e a media norvegesi: Trump – dice – costituisce “un grande imbarazzo” (“Siamo sotto l’assedio di un imbecille”), mentre “credo che Hillary sarebbe un ottimo presidente”. Springsteen va così ad aggiungersi alla lunga serie di personaggi dello showbiz e della cultura che sostengono l’ex first lady.

Non sorprende la scelta pro Hillary del Los Angeles Times, una scelta addirittura obbligata – scrive il quotidiano in un editoriale – perché “eleggere Trump potrebbe essere catastrofico per il Paese”. Mettendo a confronto l’ex first lady e il magnate, il giornale vede da una parte competenza ed esperienza e dall’altra “un demagogo non qualificato e inadeguato”: “Contro un Mitt Romney o un John McCain, Hillary Clinton sarebbe quasi certamente la nostra scelta. Contro Donald Trump, la questione non si pone nemmeno”.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)


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