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Chi vuole comprare Veneto Banca e Popolare Vicenza

Atlante, Vicenza, Alessandro Penati

Le nuove Veneto Banca e Popolare Vicenza fanno gola. La conferma arriva dall’offerta formale e ufficiale che i quattro fondi internazionali Atlas, Baupost, Centerbrige e Warburg Pincus, secondo quanto appreso da fonti autorevoli vicine al dossier da MF-Milano Finanza, hanno consegnato lo scorso 1 settembre nelle mani di Alessandro Penati, presidente di Quaestio, la sgr che gestisce il fondo Atlante azionista quasi unico dei due istituti di credito del Nord-Est. I soggetti interessati, che si presentano uniti in cordata e indendono procedere alla fusione delle due banche, hanno dato la loro disponibilità a immettere nel nascente polo bancario Veneto-PopVi, subito un miliardo di euro cash per supportare il piano di rilancio e ristrutturazione attuato dai nuovi vertici degli istituti e avviare la fase-due del progetto industriale che, come già confermato dallo stesso Penati e pure dai rappresentanti delle due banche, dovrebbe passare giocoforza dall’aggregazione da definire nei prossimi mesi.

Il progetto, denominato Power Point già presentato a Bce e Bankitalia, è dunque all’analisi del numero 1 di Qaestio che però secondo alcune interpretazioni di mercato ancora non avrebbe dato comunicazione ai vertici delle banche interessate o, quantomeno, non ancora avrebbe confermato e reso noto l’arrivo della proposta formale.

Il possibile ingresso di un nuovo socio di riferimento per Veneto Banca e Popolare Vicenza andrebbe così a completare quell’articolato e complesso percorso di ristrutturazione e rafforzamento patrimoniale che nei mesi scorsi ha visto protagonista il fondo Atlante che ha sottoscritto interamente, visto lo scarso interesse del mercato, sia l’aumento di capitale da un miliardo lanciato da Veneto Banca sia quello da 1,5 miliardi promosso dalla Popolare Vicenza.

L’arrivo possibile di un nuovo socio di controllo e riferimento del nascente polo del Nord-Est, qualora l’offerta venisse giudicata equa, permetterebbe di avviare una nuova fase gestionale e una nuova strategia di consolidamento e di crescita sul territorio locale e non solo. E magari guardare poi, in una seconda fase, a nuove operazioni di aggregazione e consolidamento del segmento bancario-finanziario italiano, trend in atto da qualche anno.

E che al momento l’offerta formale recapitata dalla cordata Atlas, Baupost, Centerbrige e Warbus Pincus resti riservata lo dimostrano le parole dei vertici della Popolare Vicenza che proprio ieri hanno reso noto di non essere a conoscenza di nuovi pretendenti. Ma del resto, i fondi si sono rivolti direttamente all’azionista di riferimento, Atlante. “La fusione tra le due banche doveva essere fatta già alcuni anni addietro”, ha dichiarato ieri Gianni Mion, presidente della banca berica. “La strada della fusione e del ripensamento della banca del Veneto è importante, bisognerà vedere in che modo”. Ma se invece, “ci saranno delle soluzioni migliori, ben vengano”, ha specificato ancora Mion. “Per il momento non ho consapevolezza che ci sia alcuna manifestazione di interesse”. Di fatto, ha spiegato Mion come ha riportato l’agenzia Mf-DowJones, al momento non ci sono investitori terzi potenzialmente interessati alla banca. Una linea condivisa anche dal vicepresidente dell’istituto vicentino, Salvatore Bragantini. “Oggi non penso che Penati possa pensare a una quotazione a 18 mesi per la banca” ha risposto l’ex dirigente Consob nel corso della conferenza stampa di presentazione della semestrale della banca a chi gli chiedeva se fosse attuale la prospettiva, ipotizzata dal numero uno del Fondo Atlante, Penati che, in sede di presentazione del fondo stesso aveva ipotizzato che l’uscita del fondo dalla banca potesse avvenire anche dopo un anno e mezzo dall’investimento. A questo punto, quindi, la soluzione dell’arrivo di un nuovo socio di controllo e la vendita dei due istituti di credito si fa sempre più concreta.

(Pubblicato su Mf, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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