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Tutti i guai di Deutsche Bank

Deutsche Bank in caduta libera sul Dax di Francoforte. Fin dall’apertura il titolo del colosso tedesco segnava un ribasso di oltre sei punti e alla fine è andata ancora peggio e il titolo ha chiuso sui minimi a quota 10,55 euro (-7,5 per cento). Molto elevate le transazioni: nella sola prima ora di borsa sono stati scambiati 87 milioni di euro per 4.656 transazioni, mentre venerdì scorso erano state 4.919 in tutta la giornata per 108 milioni di euro scambiati. Da inizio anno il titolo ha lasciato sul terreno il 50 per cento.

LA MULTA USA

Secondo gli operatori Deutsche Bank non avrebbe riserve sufficienti a coprire le molteplici e gigantesche spese legali e dunque sarà costretta a un maxi aumento di capitale. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto 14 miliardi di dollari per chiudere la controversia legata ai mutui subprime (si parla della crisi del 2008), cifra che rappresenta oltre il doppio di quanto il colosso tedesco ha accantonato (5,5 miliardi di euro, pari a 6,2 miliardi di dollari) per il contenzioso. Ma non si tratta di un caso isolato. Perché l’istituto di credito si trova di fronte a indagini sulla manipolazione della valuta, a quelle legate al trading dei metalli preziosi e a miliardi di dollari in trasferimenti fuori dalla Russia, che complicano gli sforzi dell’amministratore delegato John Cryan per sostenere la redditività e i coefficienti patrimoniali.

I TRAVAGLI FINANZIARI

Il maggior istituto di credito tedesco sarebbe “significativamente sottocapitalizzato” anche ammettendo accantonamenti sufficienti a coprire un’eventuale transazione con il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (come del resto hanno fatto Citi e Bofa in passato), sostiene Andrew Lim, analista di SocGen in una nota. Secondo Jp Morgan Chase, un accordo compreso fra 3 miliardi e 3,5 miliardi di dollari permetterebbe alla banca di risolvere altre questioni legali, mentre ogni ulteriore miliardo di spese in contenzioso eroderebbe 24 punti base nel capitale.

I TIMORI DI MERKEL

Una situazione difficile da gestire per Angela Merkel, che a settembre 2017 deve affrontare le nuove elezioni politiche in Germania. Ieri, dopo alcune indiscrezioni di Focus Magazine, il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, è intervenuto dicendo che “non vi è alcun motivo di alimentare speculazioni, il governo federale non è coinvolto da alcun punto di vista. Berlino parte dal presupposto che si raggiungerà un accordo giusto nel processo intentato dalle autorità statunitensi”.

AUMENTO DI CAPITALE IN VISTA?

Secondo Heino Ruland, analista di Ruland Research, un aumento di capitale “diventa ora sempre più probabile. E sarà decisamente ingente”. In risposta alle voci che si rincorrono in merito alla ricapitalizzazione è intervenuto un portavoce della banca che ha riferito alla Cnbc che il modello di business di Db è in ordine e che non è in previsione alcun aumento di capitale: “La banca è fermamente determinata a far fronte da sola alle sfide che ha davanti. L’andamento del titolo non preoccupa, in quanto l’elemento decisivo è la posizione fondamentalmente forte della banca riguardo al capitale e il rispetto di tutti i requisiti normativi”.

(Estratto di un articolo pubblicato sul sito di MF/Milano Finanza diretto da Pierluigi Magnaschi)



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