Gli ultimi due anni l’Italia ha fatto importanti passi in avanti verso quella cultura dello “spreco zero” e del riciclo che è alla base dell’economia circolare. Complici le celebrazioni di Expo 2015 e l’accordo di Parigi dello scorso anno, anche nel nostro Paese è aumentata la sensibilità e la consapevolezza che avviare politiche di crescita sostenibile sia non soltanto necessario, ma anche possibile.
Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca nell’ambiente, tra il 2011 e il 2013 l’Italia è riuscita a ridurre del 6,9% i rifiuti destinati alla discarica. E secondo l’Eurostat il tasso di riciclo nel nostro paese è passato dal 17,6% del 2004 al 42,5% del 2014.
Stiamo andando nella giusta direzione. Ne è una prova anche l’impegno del governo, che lo scorso 2 agosto ha approvato in via definitiva la Legge contro sprechi alimentari e farmaceutici.
Parlare di economia circolare vuol dire riferirsi a un’economia che si autoalimenta, nella quale si punta a ridurre gli sprechi e a salvaguardare l’ambiente, ottimizzando le risorse naturali. Adottarla vuol dire anche salvaguardare le casse dello stato, promuovendo la crescita sostenibile e una cultura del riuso che, secondo uno studio di Ellen MacArthur Foundation e il McKinsey Center for Business and Environment, varrebbe per l’intera Europa un aumento del 7% del PIL, ovvero “un risparmio in termini di costi di produzione e di utilizzo delle risorse pari a 1800 miliardi di euro l’anno entro il 2030”
L’economia circolare così inquadrata non può esaurirsi solo in attività di riciclo e lotta allo spreco, ma deve intendersi come un’idea progettuale alternativa alla cultura consumistica; un processo di transizione nel quale si ridefiniscono le logiche di produzione e consumo. In termini economici, avrebbe un impatto positivo per l’occupazione e, quindi, per le famiglie europee, che, secondo le stime, vedrebbero crescere il proprio reddito dell’11%.
Fa piacere notare che le nuove generazioni siano le più sensibili alle tematiche ambientali e di ottimizzazione del ciclo dei prodotti: il 9 e 10 settembre scorso, al Misano World Circuit intitolato al campione Marco Simoncelli, si è infatti celebrato l’evento “Italy in Circuit. La circolarità dal punto di vista delle aziende italiane”. A inaugurare l’evento, diverse esperienze e testimonianze, tra cui quella di Claudio Bighinati, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna. Ciò lascia ben sperare per il futuro.
Insomma, il terreno è fertile per diffondere, attraverso convegni e progetti, la filosofia alla base dell’economia circolare, cioè fare di più con le risorse a disposizione.
È su queste basi che è nato il progetto Pasto Buono, quasi 10 anni di vita e circa un milione di pasti (nati dalle eccedenze alimentari ancora sane e integre), altrimenti destinati al cassonetto. In questi 10 anni abbiamo costruito una rete sempre più fitta di donatori e partner sul territorio, senza i quali il progetto non sarebbe stato così efficace e con loro abbiamo inaugurato un percorso di solidarietà che unisce grandi città e piccoli centri nella lotta agli sprechi alimentari.