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Nude alle urne, Madonna e Katy Perry si mostrano per Hillary

Nude alle urne. Metaforicamente, ma fino a un certo punto: prima Katy Perry, cantante e cantautrice, poi Madonna, regina del pop, si sono spogliate sul web per sostenere Hillary Clinton. Su Instagram, la popstar ha espresso il proprio appoggio alla candidata democratica con un selfie: chiaramente senza vestiti, con indosso solo gioielli, chiede ai suoi fan di votare per l’ex first lady.

Le scelte un po’ eccentriche della Perry e di Madonna sono le ultime testimonianze del sostegno molto ampio di cui Hillary gode nel mondo della cultura e dello spettacolo.

“Voto nuda con Katy Perry – si legge nel post di Madonna – Votate per Hillary. E’ la migliore che abbiamo”. Seguono alcune bandierine americane e un altro post che sembra l’inizio di una serie, “Nude Voting series #1” (voto nudo serie numero 1).

Oltre al selfie osé, Madonna ha pure postato una foto in cui è con l’ex segretario di Stato a un evento del 2015. “Vivo per Hillary – si legge nel post – . Sì, voto per l’intelligenza. Voto per l’uguaglianza dei diritti delle donne e di tutte le minoranze. Le donne hanno in mano il mondo e devono cominciare a sostenersi le une con le altre. Basta femministe misogine. Basta con la misoginia. Andate a votare”.

Anche il mondo della finanza e dei “paperoni” d’America sta più con Hillary che con il suo rivale Donald Trump, che pure è – o dovrebbe essere – uno di loro. Da George Soros a Ralph Lauren, dalla vedova di Steve Jobs a Elon Musk, i miliardari americani preferiscono l’ex first lady o, comunque, puntano su di lei.

Hillary ha ricevuto 21,7 milioni di dollari da 17 donatori presenti nella classifica dei miliardari stilata da Bloomberg. Trump ha ricevuto “solo” 1,2 milioni di dollari da 12 miliardari. Soros è stato il più generoso, devolvendo alla campagna della Clinton 11,9 milioni di dollari. James Simons, cofondatore dell’hedge fund Renaissance Technologies, ha staccato all’ex first lady un assegno da 7 milioni. Fra i miliardari pro-Trump ci sono l’investitore Carl Icahn e il fondatore di Interactive Brokers Group Thomas Peterffy.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)


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