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Sondaggi, Hillary resta avanti. Diplomatici contro Trump

Sondaggi sorpresa, a pochi giorni dal primo dibattito televisivo, lunedì sera, tra Hillary Clinton e Donald Trump: in attesa di verifiche da altri rilevamenti, Wall Street JournalNbc danno Hillary in vantaggio su Trump di sei punti, nonostante gli eventi delle ultime due settimane siano stati unanimemente letti dai media Usa come favorevoli al candidato repubblicano.

La polmonite di Hillary tenuta celata al pubblico fino al malessere a Ground Zero l’11 Settembre, gli attacchi terroristici lo scorso fine settimana tra New York e New Jersey, le tensioni razziali che sono esplose negli ultimi giorni a Charlotte in North Carolina: tutto ciò pareva preludere a un balzo in avanti del magnate.

Invece, il risultato del sondaggio vede la Clinton in testa con il 43 per cento delle intenzioni di voto, seguita da Trump con il 37 per cento. Il libertario Gary Johnson è al 9 per cento, la verde Jill Stein al 3 per cento.

Il repubblicano continua, però, a insidiare la democratica in Stati chiave, come l’Ohio, la Florida e la stessa North Carolina, ma anche la Pennsylvania e il Nevada. Per conquistare la Casa Bianca non ci vuole, infatti, la maggioranza dei voti popolari espressi l’8 Novembre, ma la maggioranza dei Grandi Elettori che saranno assegnati dai risultati Stato per Stato.

I Grandi Elettori sono 538, la maggioranza è 270. Secondo un calcolo della Cnn, Hillary sarebbe oggi a 272, d’un soffio oltre la soglia, mentre il sito 270towin.com ne dà 200 sicuri alla Clinton e 163 sicuri a Trump, lasciando in bilico 13 Stati – una situazione meno favorevole all’ex first lady che a inizio settembre – .

Per 270towin.com, gli Stati aperti sono nel Nord-Est New Hampshire e Pennsylvania, al Sud Virginia, North Carolina, Georgia e Florida, sui Grandi Laghi e nel MidWest Michigan, Wisconsin, Ohio e Iowa, all’Ovest Colorado, Arizona e Nevada. Lì si concentreranno le presenze e gli investimenti dei candidati in termini di spot televisivi nelle prossime decisive settimane.

DIPLOMATICI IN PENSIONE, “TRUMP NON È QUALIFICATO”

A ciascuno i suoi campioni. Se, all’inizio di settembre, 88 generali e militari di alto rango avevano espresso, in una lettera aperta, sostegno a Donald Trump, specie sul fronte della sicurezza nazionale, adesso, con analogo strumento, 75 ambasciatori in pensione, ed ex alti funzionari del Dipartimento di Stato, giudicano il magnate “completamente inadeguato” a fare il presidente e il comandante-in-capo e dichiarano che voteranno Hillary Clinton, pur precisando di non condividerne ogni singola decisione.

Quella della lettera aperta collettiva pro o contro un candidato presidenziale è una tendenza non inedita, ma che va diffondendosi, anche in gruppi solitamente discreti sulle intenzioni di voto. Prima che Trump ottenesse la nomination, oltre cento esperti di sicurezza nazionale di tendenza repubblicana avevano avvertito che non avrebbero mai lavorato per un’eventuale Amministrazione Trump, mentre ad agosto una cinquantina di repubblicani coinvolti o vicini all’Amministrazione Bush avevano spiegato che non avrebbero votato Trump perché sarebbe stato “il presidente più irresponsabile della storia americana”.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)



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