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Ecco come Bruxelles cerca di limare la vigilanza della Bce

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La Commissione Europea vuole limitare i poteri della vigilanza Bce sui requisiti di secondo pilastro definiti per ogni banca (noti con l’acronimo Srep). Bruxelles sta valutando proposte legislative che vincolerebbero le decisioni Bce sui requisiti di capitale individuali a specifiche condizioni. La discrezionalità dei supervisori sarebbe così limitata. Queste indicazioni, come riportato da Bloomberg, sono contenute in un discussion paper di Bruxelles. La Commissione Ue non ha fatto commenti sul documento.

Dalla partenza dell’Unione bancaria, Francoforte ha avuto mano libera nella definizione delle soglie patrimoniali aggiuntive rispetto a quelle di primo pilastro previste dal regolamento europeo Crr (Capital requirements regulation). Secondo molti, la discrezionalità dei supervisori è stata eccessiva, al punto da sconfinare a volte nell’arbitrarietà. I banchieri e gli investitori hanno spesso evidenziato l’assenza di trasparenza e prevedibilità dei requisiti di capitale, legati non solo agli Srep ma anche alle novità in arrivo dal Comitato di Basilea (la cosiddetta “Basilea 4”). Tuttavia, negli ultimi mesi le autorità europee, dopo le numerose strette legate alla crisi, sono apparse più consapevoli dei rischi economici e finanziari di una regolamentazione imprevedibile e in continuo movimento (come ha mostrato anche la volatilità dopo gli ultimi stress test).

Un primo segnale di inversione di rotta è stata la divisione degli Srep in due parti: un requisito di capitale (vincolante) e una “guidance” (non più vincolante) legata a scenari ipotetici avversi come quelli considerati negli stress test. Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza della Banca Centrale Europea, ha già detto che gli Srep totali (requisito più guidance) quest’anno saranno in linea con quelli del 2015. Di conseguenza i requisiti di capitale vincolanti (tra primo e secondo pilastro), a parità di condizioni, dovrebbero essere inferiori. La guidance degli Srep inoltre è stata esclusa dal conteggio delle soglie minime per poter distribuire dividendi, cedole e bonus: la Bce, sollecitata dalla Commissione Europea, ha fatto quindi retromarcia rispetto a un iniziale orientamento più severo ispirato dall’Eba. I falchi franco-tedeschi della supervisione, pressati da Bruxelles e dagli altri Paesi, hanno così dovuto accettare posizioni più morbide sugli Srep (pur mantenendo un approccio rigorista su sofferenze e fusioni, come si è visto nei casi di Montepaschi e Bpm -Banco Popolare).

Ora però la Commissione vuole chiarire l’attuale normativa sui requisiti di secondo pilastro, nell’ambito della revisione complessiva del regolamento Crr e della direttiva Crd 4. Lo scopo è quello di evitare che le modalità con cui sono imposti gli Srep possano influire sulla parità di condizioni tra banche, sulla loro capacità di attrarre capitali e finanziare l’economia. Ci sono molti dettagli da precisare, come l’interazione tra requisiti vincolanti di secondo pilastro (che sono definiti dalla Bce individualmente) e quelli di primo pilastro (che sono definiti dalle leggi Ue per tutte le banche). Una maggiore chiarezza dovrebbe portare a un’applicazione più omogenea delle regole per tutte le banche europee.

Le proposte della Commissione dovranno poi essere approvate dai governi e dal Parlamento Europeo. Sono già iniziate le discussioni con gli Stati, che sono in maggioranza favorevoli a un chiarimento normativo. Ma sono emerse anche le prime differenze. Non è escluso che possano accendersi nuovi scontri tra Nord e Sud Europa: “La Commissione Ue sta alleviando i requisiti di capitale alle banche deboli per miliardi di euro”, ha commentato l’europarlamentare tedesco Sven Giegold. Bruxelles aveva già suggerito in una nota interna (si veda MF-Milano Finanza del 15 marzo scorso) altre novità sugli Srep, come la pubblicazione dei requisiti e la possibilità per le banche di impugnarli. Tutte indicazioni che mostrano la volontà di limitare la discrezionalità dei supervisori.

(Pubblicato su Mf, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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