Aria di rottamazione in Germania? Angela Merkel è tentata di lasciare il Palazzo della Cancelleria federale per dedicarsi alla Fisica, la sua professione. Non si è ancora pronunciata sulla ricandidatura, soprattutto dopo la sconfitta alle regionali e l’avanzata del neo-partito Alternativa per la Germania (AfD), ma forse sta già pensando a chi lasciare il testimone.
Come ha scritto Tonia Mastrobuoni su Repubblica, per il posto di Merkel circola il nome di Ursula von der Leyen. La stampa tedesca l’ha battezzata la “madre della nazione tedesca”, per essere stata ministra della Famiglia, ma a lei il soprannome non piace. È stata anche ministra del Lavoro e gli Affari sociali e dal 2013 è ministro della Difesa.
UN CURRICULUM PIENO DI OMBRE
Von der Leyen è uno dei personaggi chiave nel team di Merkel. Nata nel 1958 a Bruxelles, è figlia di uno dei personaggi storici della Cdu, l’ex presidente della Bassa Sassonia, Ernst Albrecht. Ha vissuto in Belgio e si è laureata in Economia all’Università di Göttingen, ha studiato alla London School of Economics e si è laureata in Medicina ad Hannover. Ma il suo curriculum vitae ha alcuni punti oscuri: lei sostiene la correttezza di tutte le informazioni ufficiali, ma il settimanale Welt am Sonntag ritiene che Von der Leyen abbia falsificato i dati sulla frequentazione all’Università di Stanford. Nel curriculum vitae pubblicato dal governo tedesco si legge che ha partecipato nel 1993 come uditrice ad un programma dell’università americana e nel 1995 di avere lavorato come analista nell’amministrazione ospedaliera del servizio sanitario del campus.
LA TESI DI LAUREA PLAGIATA?
È stata accusata di avere plagiato la tesi di laurea in Medicina. Un errore che all’ex ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg, nome promettente della politica tedesca, è costato il posto e la carriera. Stessa fine per Annette Schavan, ministra dell’Istruzione nel 2013, e per Silvana Koch-Mehrin, vicepresidente del Parlamento Europeo, che si è dovuta dimettere nel 2011.
Ma Von der Leyen ha resistito. È iscritta alla Cdu dal 1990, ma la passione politica è arrivata soltanto nel 2001, quando ha occupato un incarico regionale ad Hannover. Nel 2003 è stata eletta parlamentare al Landtag della Bassa Sassonia.
TRA IMPEGNO EUROPEISTA E ASSISTENZA SOCIALE
Von der Leyen dice di essere un’europeista convinta. Ha approvato misure per il controllo del deficit – con la resistenza dei suoi colleghi democristiani più conservatori -, un piano di sussidi per i più sfavoriti chiamato “Hartz IV”, la firma di un convegno con la Spagna per l’assunzione di 5mila lavoratori spagnoli all’anno e il salario mensile per gli uomini che vogliono prendere il permesso di paternità durante un anno.
Nel 2011 aveva proposto di chiedere ai Paesi beneficiari dei salvataggi economici nell’Unione europea di consegnare le riserve in oro come garanzia, ma il progetto è stato smentito il giorno dopo da Merkel. Von der Leyen ha anche un debole per le quote rosa.
Il quotidiano Bild pubblicò un articolo con il titolo “Ursula von der Leyen ingannò il cancelliere” perché avrebbe preso contatti con altri gruppi parlamentari progressisti a favore delle quote rosa. Il Der Spiegel la chiama “la solista”.
LA MISSIONE DELLE QUOTE ROSA
Quella della professionalità delle donne è una delle cause che più le sta a cuore. Madre di sette figli, il ministro conosce le difficoltà per conciliare lavoro e maternità. Sul blog della 27Ora del Corriere della sera si leggono le sue dichiarazioni sul tema: “Tirare su 7 figli è una lunga storia. Ricordo molto bene quando ero giovane, facevo il dottore, come mio marito. Quando ho avuto il primo figlio, a 29 anni, è stato il periodo più difficile. Ci siamo dovuti abituare a conciliare lavoro e famiglia. È stato molto complicato allora: essere di turno notturno all’ospedale, ad esempio. Perciò capisco molto bene le donne e gli uomini che hanno problemi quando cominciano ad avere una famiglia e i bimbi sono molto piccoli”.
VERSO IL 2020
Amante degli animali e della natura, passa le vacanze in una casa a 1700 metri che fino a qualche anno fa non aveva corrente elettrica. “Noi abbiamo una giovane generazione di donne perfettamente istruite e che vogliono essere in posizione di leadership – ha spiegato al blog del Corriere -. Vediamo che nelle piccole e medie imprese non ci sono problemi: le donne occupano il 30% delle posizioni di vertice. Il problema riguarda le grandi imprese: nei consigli di sorveglianza, nei consigli di amministrazione ci sono pochissime donne (…) adesso la mia pazienza è finita. Perciò dico che abbiamo bisogno delle quote. così che a livello dei nei consigli di sorveglianza e di amministrazione ci sia un numero cruciale di donna, il 30%. Nel 2020 questo cambierà la mentalità”.