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Vi racconto l’ultima cosa turca di Erdogan (sugli orologi islamici)

La Turchia ha traslocato. Con un cambio a sorpresa del proprio fuso orario, il Paese del presidente Recep Tayyip Erdoğan ha deciso di appartenere — temporalmente almeno — al Medio Oriente e non più all’Occidente. Il governo di Ankara, con un decreto del 7 settembre, ha reso permanente l’ora legale attualmente in corso. Non si tornerà più all’ora solare. Il fuso turco passa dunque dall’Eastern European Time, il Gmt “più due” fin qui rispettato, all’ora di Mosca e della Mecca, Gmt/Utc +3. Dal 30 ottobre la nuova differenza d’orario rispetto al Cet (Central European Time) dell’Italia sarà dunque di due ore, e di tre ore per quanto riguarda invece il fuso di Londra. L’effetto pratico per la Turchia — oltre a rendere più facile le telefonate tra Erdoğan e Putin — sarà quello di sintonizzarsi temporalmente con la maggiore parte dei paesi islamici mediorientali.

La proposta era da tempo nell’aria. I proponenti facevano notare che il cambiamento avrebbe risolto l’annosa questione della sincronizzazione dell’inizio, della fine e dello svolgimento delle festività islamiche — specialmente del Ramadan, il mese durante il quale i fedeli si astengono dal mangiare, dal bere e dal fare sesso tra l’alba e il tramonto. L’ultimo tentativo di rendere permanente l’ora legale in Turchia risale al 2013, quando la proposta— dell’allora ministro per l’Energia Taner Yildiz — è stata respinta per via dei problemi potenziali con la Borsa, negli scambi internazionali e per la sincronizzazione con l’Europa. Anche questa volta l’iniziativa nasce dallo stesso dicastero, sempre con la giustificazione di rendere permanenti i risparmi energetici derivanti dall’ora legale — stimati in circa $500 milioni annui. Però, il ministro ora in carica, Berat Albayrak, “pesa” di più. Per una felice casualità, è il genero di Erdoğan.

Gli industriali turchi sono comunque dubbiosi. Hikmet Tanriverdi, il presidente dell’Istanbul ReadyMade Garment Exporters Association, teme che incrementando la differenza d’orario rispetto ai paesi Ue si porranno dei seri problemi per l’export, per i rapporti d’affari e per le transazioni nell’importantissimo settore delle confezioni tessili. Si rischia, Tanriverdi ha detto al quotidiano Al-Monitor, “di fare della Turchia solo un altro paese mediorientale come ce ne sono tanti”. I più allarmati di tutti sono gli sportivi. Il calcio turco è — attualmente — bene integrato con quello europeo, dove squadre come il Galatasaray e il Besiktas sono tutt’altro che sconosciute. Purtroppo, l’Uefa europea fa iniziare le partite Champions alle 21.45 e quelle Europa League alle 20 e alle 22.05. Con il nuovo fuso i turchi inizieranno a giocare alle 22.45, alle 21 e alle 23.05 ora locale, con il rischio che i tifosi nelle grandi città come Istanbul o Ankara finirebbero per arrivare a casa solo tra le 2 e le 3 del mattino.

L’uso politico dei fusi orari non è nuovo. In questo caso serve a rimarcare la scelta della Turchia di dare le spalle all’Europa. L’anno scorso il sempre innovativo “dear leader” nordcoreano, Kim Jong-un, ha creato un fuso completamente nuovo — “Pyongyang Time”, Gmt +8:30 — per poter puntare le lancette degli orologi nazionali su un’ora sicuramente “anti-imperialista”.

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