Con un’intervista molto aggressiva rilasciata a Federico Fubini del Corriere della sera, il presidente di Etihad James Hogan è tornato a far sentire la sua voce forte indignata di investitore.
Hogan rimarca l’investimento fatto e chiede al governo di rispettare i patti presi nel 2014, prima con il governo di Enrico Letta e poi con quello di Matteo Renzi, durante la lunga fase negoziale che ha preceduto la firma.
Due i nodi che fanno infuriare Hogan. Linate il primo, l’assenza di una promozione del turismo il secondo. Ecco le vicende e i dettagli.
Su Linate era nelle condizioni poste da Abu Dhabi il superamento della ripartizione dei voli sugli scali milanesi di Linate e Malpensa. In sostanza si chiedeva al governo di liberalizzare le rotte dal più comodo City airport così da consentire volo diretti sulla Germania con la controllata (di fatto) Airberlin e un volo diretto anche per Abu Dhabi.
Il governo inizialmente aveva provato ad accontentare Hogan (almeno in parte) con il decreto Lupi che ha consentito ad Alitalia e Airberlin di aprire nuovi voli sulla Germania. Il provvedimento però continuava a vietare collegamenti extra UE (quindi Abu Dhabi). Il decreto però – sulla spinta delle altre compagnie – è finito sul tavolo del commissario europeo, che ha contestato un vizio di forma del decreto Lupi (il ministro nel frattempo è stato sostituito da Graziano Delrio). In colloqui riservati – secondo la ricostruzione di Formiche.net – Palazzo Chigi si era promesso di ripresentare un nuovo testo.
Secondo punto, più volte sottolineato dal presidente di Alitalia-Etihad, Luca Cordero di Montezemolo, anche in un’audizione alla commissione Trasporti della Camera dei deputati – è la mancata promozione turistica dell’Italia nei luoghi dove la nuova Alitalia ha aperto collegamenti diretti (Città del Messico, Santiago del Cile, Pechino e Havana).
Hogan vuole ora sollecitare provvedimenti e la richiesta è indirizzata direttamente a Renzi. In realtà il manager australiano sta vivendo un momento di forte difficoltà: aveva previsto un (al momento irrealistico, secondo gli addetti ai lavori) ritorno all’utile per Alitalia nel 2017 e in Germania la compagnia Airberlin è stata costretta a dimezzare la flotta affittandola alla storica nemica Lufthansa per provare ora una nuova strada di collaborazione con Tui, leader nel mondo dell’organizzazione dei viaggi.