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Chi c’era e cosa si è detto all’Axa Forum 2016

Nel 2016, in un solo minuto, nel mondo sono stati scambiati 20,8 milioni di messaggi su Whatsapp e 150 milioni di email, visti 2,78 milioni di video su Youtube, effettuate 2,4 milioni di ricerche su Google. Un mercato che vale 4 miliardi di euro in Europa e 15 miliardi a livello globale. Una vera e propria rivoluzione che sta invadendo diversi settori, tra cui quello assicurativo e finanziario.

E’ proprio di questo che si è discusso durante l’Axa Forum 2016, organizzato a Roma dalla grande compagnia assicurativa in collaborazione con Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici). Big data, archiviazione dati nel cloud e intelligenza artificiale sono solo alcuni elementi che, oltre ad aver influenzato fortemente il modo in cui interagiamo, facciamo acquisti e prendiamo decisioni quotidiane, hanno conseguenze sostanziali anche nel settore assicurativo.

“Quando si tratta di fare acquisti – si legge nel paper AXA Verso le Assicurazioni 4.0? – i Millennials di norma usano Internet. E lo fanno anche per le assicurazioni. E da un lato possono avere poco interesse a interagire con un agente reale nel processo d’acquisto, dall’altro sono strettamente connessi ai loro pari come parti attive del processo stesso. Essi portano con sé specifiche aspettative su ciascuna esperienza online che danno per scontate. Sono abituati ad avere il controllo di tutti gli aspetti di una transazione e si aspettano una grandissima flessibilità. Hanno inoltre una visione della privacy molto complessa, diversa da quella tradizionale. Tutte queste caratteristiche della generazione dei Millennials, sommate alle nuove tecnologie che costituiscono una loro seconda pelle, possono mettere in discussione alcuni dei modelli economici che sottostanno alla nozione stessa di assicurazione”.

Secondo Antimo Perretta, amministratore delegato di AXA Italia, “i big data e la tecnologia stano reinventando il mestiere della protezione e le assicurazioni si trovano di fronte alla nuova sfida di diventare partner dell’ecosistema sociale. Di fatto sono gli smart data a essere fondamentali per delineare un’offerta assicurativa che risponda alle esigenze evolute dei clienti, premiando i comportamenti virtuosi e aiutando persone e imprese a ridurre i rischi ancor prima che questi si presentino”.

Con la rivoluzione digitale, il settore assicurativo entra in una nuova era. Da un lato insorge l’esigenza da parte di ogni singolo utente della Rete di tutelare i propri interessi – personali e di business – da attacchi esterni che potrebbero causare danni più o meno gravi nelle proprie attività. Si pensi ad esempio al recente attacco subito il 21 ottobre dalla costa orientale degli Stati Uniti in cui per parecchie ore, a seguito di un attacco hacker al server DNS della Dyn, la popolazione non ha potuto accedere a Internet con relativo blocco, tra gli altri, dei sistemi di pagamento PayPal.

Dall’altro, come rimarcato da Davide Serra (Algebris Investments) durante il Forum, le potenzialità offerte dal digitale e dalle tecnologie wearable (indossabili) potrebbero portare il mondo delle assicurazioni verso livelli di sofisticazione e servizi individuali mai raggiunti prima. Un modo, questo, anche per affrontare l’annoso problema del moral hazard. Per fare un esempio, l’uso degli smartwatch potrebbe offrire alle compagnie assicurative un controllo personalizzato e affidabile e, di conseguenza, all’utente la possibilità di premi assicurativi più bassi e personalizzati in base all’attività che si voglia assicurare.

L’evoluzione in corso richiede anche una maggiore dinamicità in termini di accesso al credito per la realizzazione di investimenti. Come rimarcato da Massimiliano Magrini (United Ventures) e Davide Serra, infatti, l’Italia è uno dei Paesi più dinamici in termini di idee imprenditoriali, ma molto spesso c’è difficoltà a ottenere finanziamenti da istituti di credito, bloccati da logiche di tutela del risparmio.


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