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La Cassa previdenziale delle Forze Armate rischia il default?

Di Michele Arnese e Simona Sotgiu
Roberta Pinotti

La Cassa previdenziale delle Forze armate è in cattive acque e alcuni fondi rischiano il default già dal 2022? È quello che si sono chiesti i partecipanti a una recente riunione con i membri del Cocer (i sindacalisti con le stellette). Un incontro nel quale è stato fatto il punto economico e finanziario della Cassa previdenziale con scenari negativi in assenza di modifiche legislative.

LE SLIDE DEL MINISTERO DELLA DIFESA

Nel corso della riunione, tenuta il 13 ottobre, rappresentanti dello Stato Maggiore della Difesa hanno spiegato che – secondo le verifiche attuariali – 6 fondi su 7 della Cassa previdenziale rischiano il default nei prossimi anni se non ci sarà un preciso intervento normativo. Un quadro sintetizzato e messo nero su bianco davanti alla platea con una serie di slide firmate ministero della Difesa retto da Roberta Pinotti e Cassa di previdenza delle Forze Armate presieduta dal generale Massimiliano Del Casale. “Le verifiche attuariali paventano il DEFAULT di 6 fondi su 7 in assenza di fondi strategici (provvedimenti normativi)”, è scritto in una slide presentata nel corso della riunione.

LE PREVISIONI SUI FONDI

Le previsioni (basate sulle ipotesi attuariali) sui diversi fondi pensionistici della Cassa delle Forze armate hanno, nel dettaglio, una “data di scadenza” differente. In una slide intitolata “Anno di default di ciascun Fondo”, si legge che il primo fondo a rischio, nel 2022, sarebbe il Fondo per i sottufficiali dell’Esercito e dei Carabinieri, seguito dal Fondo dei sottufficiali della Aeronautica (2023) e da quello dei sottufficiali della Marina Militare (2030). Il Fondo previdenziale per gli Ufficiali dell’Aeronautica potrebbe arrivare al default nel 2033 e per i Fondi per gli Ufficiali di Marina Militare, Esercito e Carabinieri la data indicata è il 2037.

URGE UN INTERVENTO LEGISLATIVO

“Il vertice militare – ha scritto Luca Comellini su Tiscali Notizie – ha sottolineato che senza un preciso intervento normativo l’istituto che oggi garantisce una sorta di previdenza complementare al personale militare è destinato ad andare in default a partire dal 2022″.

LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI

Anche la Corte dei Conti di recente si è occupata dei conti della Cassa. Nella relazione sull’esercizio finanziario 2013-2014 della Cassa previdenziale delle Forze armate pubblicata a dicembre 2015 (consultabile a questo link), i magistrati contabili hanno messo in evidenza l’andamento negativo della gestione del Fondo degli Ufficiali dell’Aeronautica Militare, segnalando tra l’altro come “indice di illiquidità importante richiede l’adozione di piani di intervento di riequilibrio economico e finanziario”. Il sistema previdenziale delle Forze Armate, si legge nella relazione, è attualmente insostenibile perché le previsioni fatte in passato sui contributi versati dagli iscritti e le indennità percepite non sono più idonee a “mantenere l’equilibrio finanziario delle Casse”.

QUADRO NORMATIVO INCOMPLETO

L’istituto, che oggi garantisce una sorta di previdenza complementare al personale militare, “eroga agli iscritti cessati dal servizio attivo con diritto a trattamento di quiescenza (o ai loro eredi) un assegno ‘una tantum’ denominato per gli ufficiali ‘indennità supplementare’ e per i sottufficiali ‘premio di previdenza’ integrativo dell’indennità di buonuscita riconosciuta ai pubblici dipendenti alla cessazione del rapporto d’impiego”, spiega la magistratura contabile. Tali contributi dovevano essere finanziati attraverso il versamento, da parte degli iscritti, di una quota pari al due per cento dello 80 per cento dello stipendio che avrebbe, appunto, “dovuto mantenere l’equilibrio finanziario delle Casse”. Ma, si legge nella relazione della Corte dei Conti, “tale ipotizzata condizione di equilibrio non si è verificata, in quanto il quadro normativo si è rivelato diverso e suscettibile di rapide modifiche, sfavorevoli per gli equilibri attuariali delle Casse, sia nei profili attinenti all’ordinamento, sia nei profili attinenti all’avanzamento e alla progressione del trattamento economico”.

LE RAGIONI DELL’INSOSTENIBILITÀ

Secondo la Corte dei Conti, una delle ragioni delle difficoltà della Cassa deriva dal fatto che l’ultima retribuzione (“collegata alla promozione conseguita il giorno prima della cessazione dal servizio”), che costituiva la base di calcolo dell’indennità, ha avuto nel tempo incrementi di molto superiori al tasso di rendimento, portando quindi a un divario sempre maggiore tra gli oneri per le prestazioni e le entrate contributive. Tale insostenibilità potrebbe portare, a partire dal 2022, alla sospensione dell’erogazione, se non si interverrà con provvedimenti normativi specifici.

RACCOLTA DATI SUGLI ISCRITTI

In un contesto di questo tipo, la Cassa necessita di maggiori e nuovi elementi conoscitivi sulla posizione di ciascun iscritto (contributi versati, anni di servizio etc.) “sia per fini contabili che per fini attuariali, nella prospettiva di elaborare una solida proiezione temporale del rapporto entrate/spese contributive nel lungo periodo”, spiega la Corte dei Conti, per poter realizzare “con periodicità almeno triennale” la verifica “tecnico-attuariale della gestione dei fondi previdenziali, proiettando gli elementi attivi (contributi e redditi patrimoniali) e passivi (prestazioni) riferiti a un arco temporale non inferiore a trenta anni, sulla scorta di ipotesi evolutive del numero degli iscritti e della situazione economico-finanziaria”.

LA NATURA DELLA CASSA DI PREVIDENZA

La Cassa di previdenza delle Forze Armate è stata istituita nel dicembre 2009 ed è regolata dal Testo Unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90) e deriva dal riordino e accorpamento delle preesistenti Casse militari di Forza Armata. Tale organo gestisce sette fondi previdenziali “secondo criteri ispirati a principi di uniformità gestionale, fatti salvi il vigente regime previdenziale e creditizio che regola i singoli istituti, la salvaguardia dei diritti maturati dagli iscritti, nonché la separazione e l’autonomia patrimoniale e contabile di ciascun Fondo”, si legge sul sito della Difesa (qui tutti i dettagli). Si tratta di un organo dotato di personalità giuridica di diritto pubblico non economico, istituito nell’ambito della struttura organizzativa del ministero della Difesa.

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