Si allunga la lista dei repubblicani di rango che scelgono di votare Hillary Clinton. L’ultimo è l’ex segretario di Stato Colin Powell, che nelle scorse settimane aveva già preso le distanze da Donald Trump, definendolo una “disgrazia nazionale”. Quasi a dargli ragione, il candidato repubblicano ha ieri fatto, in un’intervista alla Reuters, l’ennesima dichiarazione sopra le righe: “La politica che Hillary vuole portare avanti in Siria ci condurrà alla terza guerra mondiale”, ha detto.
Powell, che pure ha avuto qualche screzio nella campagna elettorale con la candidata democratica, che l’ha tirato in mezzo nell’emailgate, va ad aggiungersi ai 13 membri dell’Amministrazione Bush che hanno pubblicamente appoggiato la Clinton.
Nell’intervista alla Reuters, Trump ha fatto altre dichiarazioni più dialettiche e meno drastiche. “Se avessi dietro un partito repubblicano unito, non potrei perdere queste elezioni”, ha ad esempio detto con qualche ragione, criticando i leader del partito che non lo hanno sostenuto. E, ancora: “In Siria, rimuovere al-Assad dal potere è secondario rispetto alla lotta” al sedicente Stato islamico.
Parlando in Florida, lo Stato più battuto dai due candidati negli ultimi giorni, Hillary Clinton ha invece affermato che “il bersaglio ultimo” del suo rivale è “la democrazia stessa”. Quanto all’esito del voto, l’ex fist lady ha detto di “avere buone sensazioni”, ma ha avvertito che non bisogna “dare nulla per scontato”, spronando i suoi sostenitori ad andare a votare, là dove si può, in anticipo rispetto all’Election Day l’8 Novembre.
FESTE CON ADOLESCENTI E COCAINA NEL PASSATO DI TRUMP
Una nuova imbarazzante storia esce dall’armadio di Trump: secondo quanto alcuni presunti testimoni hanno raccontato al Daily Beast e al New York Post, il magnate, negli Anni Novanta, era solito organizzare festini con adolescenti e cocaina al Plaza Hotel di New York. L’unica cosa che mancava in quelle serate erano le sigarette, che lo showman odia.
“Ero lì per fare festa: c’erano ragazze giovani, molto sesso, molta cocaina e gli alcolici migliori”, dice un fotografo del mondo della moda che chiede di rimanere anonimo: “Trump andava e veniva, amava ricevere attenzioni”. Il modello Andy Lucchesi conferma le feste e il contesto, ma precisa che The Donald non beveva né si drogava. “C’era cocaina che girava, ma non l’ho mai visto farne uso – ha raccontato – Trump è padrone di sé”.
MICHELLE SALE, BILL SCENDE
Tutti vogliono Michelle Obama in politica. E mentre la first lady sale, l’ex presidente e forse futuro “primo marito” Bill Clinton scende. Secondo quanto scrive The Hill, dopo essere stata giudicata l’asso nella manica della campagna di Hillary e dopo i suoi commenti alle battute offensive di Trump contro le donne, l’intero mondo politico americano vorrebbe che Michelle optasse per una carriera politica dopo la Casa Bianca.
Ma un suo fan come Robert Wolf, che raccolse fondi per Obama, e chi la conosce bene esclude che lei ci stia pensando. “Scommetto qualsiasi cosa – ha detto il consigliere di Obama David Axelrod -, ma Michelle non si candiderà per una carica politica”. La first lady continuerà le sue battaglie, come la lotta all’obesità infantile o il diritto all’istruzione per le ragazze, potrebbe scrivere un libro e, scrive The Hill, avrà un ruolo nella Fondazione Obama, nel quartiere South Side a Chicago.
Se Michelle ha il vento della popolarità in poppa, Bill Clinton accusa un calo di consensi repentino, forse innescato dal fatto che Trump ama rievocare gli infortuni anche sessuali dell’ex presidente. Un sondaggio della Cnn segnala che, questo mese, per la prima volta da oltre 13 anni, l’indice di popolarità di Bill è negativo: 49 per cento “non mi piace”, 47 per cento “mi piace”. Il calo dei consensi s’avverte dalla primavera: fors’anche per questo, l’ex presidente è stato meno “utilizzato” del previsto dalla campagna della moglie.