Donald Trump ha ieri trovato il tempo di andare a inaugurare il suo nuovo hotel a Washington, non lontano da quella Casa Bianca che per il candidato repubblicano sembra invece allontanarsi sempre più, almeno stando ai sondaggi. ”E’ solo un rapido pit stop”, assicurava in tv Kellyanne Conway, manager della campagna, sostenendo che l’inaugurazione era pure un modo per Trump di ricordare agli elettori i suoi successi imprenditoriali.
Ma gli esperti s’interrogano sull’efficacia della scelta, tanto più che il magnate aveva già lanciato, circa un mese fa, il nuovo albergo. E l’inaugurazione è stata anche l’occasione per manifestazioni anti-Trump, a dire il vero non molto folte.
Quasi in contemporanea all’evento a Washington, la stella di Trump sulla Walk of Fame d’Hollywood è stata presa di mira da un vandalo, che l’ha praticamente distrutta a martellate, prima di essere arrestato.
L’uomo, vestito con la tuta che di solito indossano gli edili della città, avrebbe raccontato che voleva rimuovere la stella e poi venderla a un’asta a New York per raccogliere fondi per le donne – finora 11 – che hanno denunciato di essere state molestate dal magnate.
La stella di Trump, su Hollywood Boulevard all’altezza del Dolby Theatre, fu inaugurata nel 2007: è un riconoscimento legato all’attività televisiva dello showman, specie la serie The Apprentice.
Per uno sfregio in California, un omaggio nel Veneto: un gigantesco ritratto di Donald Trump è stato tracciato con un trattore in un campo di mais trebbiato da Dario Gambarin, artista che utilizza da tempo questa tecnica. Il ritratto, con la scritta “Trump ciao”, è a Castagnaro, Verona, e occupa un’estensione di 25.000 metri quadrati.