Sostegno economico alle imprese, sviluppo di competenze a partire dalla formazione scolastica, diffusione della cultura digitale anche attraverso l’identificazione di aree d’eccellenza. Sono questi i pilastri su cui si regge il piano Industria 4.0 presentato dal ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda e dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Con le misure in arrivo nella legge di stabilità il governo prevede inoltre per il 2017 il balzo degli investimenti in macchinari e attrezzature del 3,2%, dopo lo 0,6% del 2016. Una spinta dell’1,4% rispetto alle previsioni.
LA DIGITALIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA ITALIANA
Si tratta di una serie di provvedimenti, incentivi, investimenti finalizzate a portare la digitalizzazione in tutte le fasi dei processi produttivi dell’industria italiana. Il piano ha impegnato Palazzo Chigi e 6 ministeri, con un notevole impegno economico sia per lo Stato (per circa 13 miliardi di euro) che come leva per i privati (per circa 24 miliardi). Un impegno del pubblico nel periodo che andrà tra il 2017 e il 2020.
Il piano, atteso soprattutto dall’industria dell’innovazione, ha visto la luce dopo 11 mesi di lavoro e arriva dopo quelli di altre grandi economie mondiali: Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito, Svezia, Cina, India e Giappone.
LE TECNOLOGIE ABILITANTI
Le tecnologie che dovrebbero favorire il processo di digitalizzazione delle imprese nostrane sono i robot collaborativi interconnessi e rapidamente programmabili, le stampanti in 3D connesse a software di sviluppo digitali, la realtà aumentata, la simulazione tra macchine interconnesse, l’integrazione delle informazioni lungo la catena del valore dal fornitore al consumatore, la comunicazione multidirezionale tra processi produttivi e prodotti, la gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti, la sicurezza durante le operazioni in rete e su sistemi aperti, l’analisi di un’ampia base dati per ottimizzare prodotti e processi produttivi.
LE MISURE PRINCIPALI
Le misure principali del piano Industria 4.0 sono le seguenti, in attesa della trasposizione nella prossima Legge di stabilità:
– Il superamento del superammortamento del 140% e introduzione dell’iperammortamento fino al 250% sugli investimenti in tecnologie, agrifood e impianti realizzati per migliorare i consumi energetici. È prevista anche l’estensione dei termini per la consegna dei beni acquistati fino al 30 giugno del 2018, a fronte di un ordine con acconto versato superiore al 20% entro il mese di dicembre 2017;
– Il credito d’imposta per gli investimenti incrementali sul fronte della ricerca e sviluppo con aliquota raddoppiata dal 25% al 50%. Massimale per ogni singolo beneficiario in crescita da 5 a 20 milioni;
– Il rafforzamento dello scambio salario-produttività tramite la crescita dei tetti attuali per la detassazione;
– Lo stanziamento di altri 900 milioni per il fondo centrale di garanzia finalizzati a coprire gli investimenti.
LE “DIRETTRICI DI ACCOMPAGAMENTO”
Un’ulteriore dote da 10 miliardi viene indicata nel piano per quelle che sono definite “direttrici di accompagnamento”: il rafforzamento della detassazione del salario di produttività (1,3 miliardi tra il 2017 e il 2020), la diffusione della banda ultralarga tra le imprese (6,7 miliardi già stanziati), il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi (900 milioni), le catene digitali e l’internazionalizzazione del made in Italy (100 milioni), i contratti di sviluppo con focus su Industria 4.0 (1 miliardo già stanziato).
IL PIANO FORMAZIONE PER SCUOLA E UNIVERSITÀ
Tra le slide illustrate dal premier Renzi una voce è dedicata alle “Competenze”. In affiancamento al Piano nazionale per la Scuola Digitale, Italia 4.0 si propone l’obiettivo di formare e specializzare sui temi dell’Industria 4.0 più di 200 mila studenti universitari e 3 mila manager. Quanto alle scuole superiori, saranno formati sui temi dell’Industry 4.0 il 100% degli studenti iscritti a Istituti Tecnici, e sono previsti circa 1.400 dottorati di ricerca con focus ad hoc.
OBIETTIVI E BENEFICI
Con questo menù di misure, il Governo prevede di aumentare gli investimenti privati di 10 miliardi annui, passando da 80 a 90 miliardi, già nel 2017. Sul medio termine tra il 2017 e il 2020, la spesa privata dovrebbe partecipare con altri 23 miliardi di euro.
I benefici che – in linea generale – si dovrebbero trarre dal piano sono maggiore flessibilità attraverso la produzione di piccoli lotti ai costi della grande scala, maggiore velocità dal prototipo alla produzione in serie attraverso tecnologie innovative, maggiore produttività attraverso minori tempi di set-up, riduzione errori e fermi macchina, migliore qualità e minori scarti mediante sensori che monitorano la produzione in tempo reale, maggiore competitività del prodotto grazie a maggiori funzionalità derivanti dall’Internet delle cose.