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Che cosa unisce davvero i critici di Bergoglio?

Si potrebbe dire, parafrasando Karl Marx, che uno spettro si aggira per il Vaticano: il dissenso. Parrebbe impossibile, di fronte al pontefice che gode del più vasto consenso mediatico di sempre, ossia Francesco, che ci si preoccupi dei suoi pochi e isolati critici, ma così è.

Un sentimento còlto e interpretato dai vaticanisti di punta de La Stampa, quelli che col sito Vatican Insider, tradotto in cinese e arabo, sono i più appassionati sostenitori del Bergoglio-pensiero. Con due pagine sul quotidiano hanno infatti preso di petto chi dà una lettura di questo pontificato diversa dal mainstreaming, mescolando varie forme di tradizionalismo cattolico, talvolta anche pittoresche, ad alcuni autorevoli giornalisti e a serissime agenzie di stampa missionarie, come Asia News. Tutti insieme, poi, vengono addirittura accostati ai populismi di Marine Le Pen e Matteo Salvini.

Un articolo singolare, anche perché si sforza di minimizzare l’impatto del fenomeno, facendo dire al sociologo Massimo Introvigne che, questo dissenso “è sopravvalutato: ci sono infatti dissidenti che scrivono commenti sui social sotto quattro o cinque pseudonimi, per dare l’impressione di essere più numerosi”. Uno degli autori, Giacomo Galeazzi, intervistato da Rai News sulla Cyberguerra al Papa (sigh!), del reale seguito di questi siti ha detto: “Stiamo parlando di 29.123 persone al giorno: Francesco può dormire sonni tranquilli”. Insomma la notizia dell'”attacco globale” al vescovo di Roma sarebbe, per ammissione di coloro che l’hanno data, una non-notizia.

E, dunque, perché questa enfasi? E perché poi definire tutti “adoratori di Vladimir Putin”, in funzione anti-Francesco? Il presidente russo, peraltro, è stato ricevuto dal Papa, e con tutti gli onori, nel giugno dell’anno scorso, ed era stato celebrato dalla stampa cattolica quando, in asse col pontefice, aveva scongiurato l’attacco americano alla Siria. Perché mettere tutti nella centrifuga del dissenso? Ponendo infatti sullo stesso piano un polemista da centinaia di migliaia di copie, come Antonio Socci, e il blogger cattoleghista vattelappesca, oppure il vaticanista più serio, preciso e documentato, Sandro Magister, con qualche piccolo sito lefevriano, sifinisce per fare un torto al valore dei primi. E minarne l’autorevolezza.

Se, per esempio, il prossimo 31 ottobre, quando il Papa celebrerà, tra i dubbi di molti cattolici, i 500 anni dalla riforma di Lutero, Socci e Magister, dovessero dar voce alle critiche, molti li assoceranno ai seguaci del defunto arcivescovo Mercel Lefevre, scomunicato da Giovanni Paolo II.

(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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