Hillary Clinton chiede che l’Fbi faccia luce e subito. Ma, intanto, il danno alla sua campagna è fatto e Donald Trump esulta. ”Il popolo americano merita i fatti al completo, immediatamente – dice la Clinton – è imperativo che l’Fbi spieghi”. La candidata democratica reagisce così, in una conferenza stampa nello Iowa, alla comunicazione fatta dal direttore dell’Fbi James Comey sulla riapertura dell’inchiesta sulle sue mail, chiusa a luglio con un non luogo a procedere.
Poco prima, il manager della campagna elettorale di Hillary, John Podesta, con un comunicato aveva affermato che il direttore dell’Fbi “ha l’obbligo verso il popolo americano di fornire subito i dettagli completi di quanto sta esaminando […] E’ straordinario che una cosa del genere emerga 11 giorni prima delle elezioni presidenziali”.
Nella conferenza stampa, Hillary s’è detta ”certa che le nuove mail non muteranno le conclusioni già raggiunte dall’Fbi” a luglio: ”Ho visto la lettera inviata al Congresso dal direttore Comey […] Mancano 11 giorni da quella che è forse l’elezione più importante delle nostre vite, il voto è già avviato, il popolo americano merita di conoscere immediatamente i fatti al completo”.
La Clinton ha aggiunto: ”Lo stesso direttore Comey ha detto di non sapere se le mail cui si fa riferimento nella lettera siano rilevanti o meno […] Io sono certa che quali esse siano non cambieranno le conclusioni raggiunte a luglio. E’ perciò imperativo che l’Fbi spieghi la questione e sollevi i quesiti che ritiene, senza ritardi”.
Quanto al presunto coinvolgimento della sua più stretta collaboratrice Huma Abedin e soprattutto di suo marito Anthony Weiner, già implicato in uno scandalo per messaggi a sfondo sessuale, Hillary, dopo avere parlato con la Abedin, ha detto: “Abbiamo sentito queste indiscrezioni, non sappiamo a cosa credere”.
LA SORPRESA D’OTTOBRE VERSIONE 2016
Questa volta i panni del generale William Tecumseh Sherman li indossa James Comey, il direttore dell’Fbi. Nell’autunno 1864, il generale Sherman, comandante delle forze dell’Unione, contribuì in modo decisivo alla rielezione di Lincoln, con le vittorie nella Guerra Civile e la presa di Atlanta – la scena di Via col Vento –. Sherman creò così l’attesa della “sorpresa d’ottobre”, che da allora accompagna sempre le ultime battute delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
Quest’anno, Comey ha appena fatto sapere, scrivendo una lettera a membri del Congresso, d’avere deciso di riaprire le indagini sull’emailgate, lo scandalo relativo all’utilizzo di un account di posta privato da parte di Hillary Clinton quand’era segretario di Stato. L’Fbi ha già indagato in merito e ha già ‘assolto’ a luglio la Clinton dall’accusa d’avere messo a repentaglio informazioni riservate, non rinviandola a giudizio.
Adesso, però, sono emerse nuove mail, che vanno verificate: si ignora per il momento da dove escano e che cosa contengano, ma fonti di stampa le collegano – sorpresa nella sorpresa – allo scandalo a sfondo sessuale di cui è protagonista il marito della Abedin – i due si sono intanto lasciati – .
UNA TRAVE SULLA CAMPAGNA DELLA CLINTON
La notizia della riapertura delle indagini è una trave gettata sulla campagna democratica: Hillary non ne sapeva nulla e l’ha appreso all’arrivo nello Iowa, dove era attesa per un evento elettorale. Ha subito riunito il suo staff per discuterne, prima ancora di scendere dall’aereo. Poi, facendo un comizio a Cedar Springs, ha completamente glissato sull’argomento, fino alla conferenza stampa successiva.
Casa Bianca e dipartimento di Stato si sono chiusi in laconici “no comment”. Il presidente Obama ha tenuto in serata un comizio in Florida a sostegno della candidata democratica.
TRUMP, “IL PIÙ GRANDE SCANDALO POLITICO DAL WATERGATE”
Su di giri, euforici, i commenti repubblicani. Donald Trump ha dato la notizia ai suoi sostenitori durante un comizio a Manchester, nel New Hampshire, suscitando un’ovazione: “Una corruzione su una scala mai vista prima”, ha commentato il magnate, dicendo che la sua rivale vuole “portare il suo schema criminale nello Studio Ovale”. “Sono contento – ha aggiunto Trump – che l’Fbi stia ponendo rimedio a tutti gli orribili errori finora fatti” nelle indagini sulle mail della Clinton.
E più tardi, parlando nello Iowa, dov’era pure Hillary, Trump è tornato sul tema: “E’ il più grande scandalo politico dal Watergate, tutti sperano che giustizia sia fatta”. Il magnate sostiene che l’Fbi non avrebbe fatto questo passo se non lo avesse ritenuto necessario: “La giustizia prevarrà”.
La manager della campagna di Trump, Kellyanne Conway, scrive su Twitter: “Un grande giorno della nostra campagna è diventato ancora migliore”. Il presidente del Comitato nazionale repubblicano Reince Priebus suggerisce che la questione sia seria, per indurre l’Fbi a un passo del genere a 11 giorni dall’Election Day. E lo speaker della Camera Paul Ryan, notoriamente ostile a Trump, coglie l’occasione per rilanciare la richiesta che “tutti i briefing classificati destinati alla Clinton siano sospesi”. Ryan punta a che la novità permetta ai repubblicani di non perdere la maggioranza al Senato e alla Camera.
IL GIALLO DELLA PROVENIENZA DELLE MAIL
Il giallo sulla provenienza e sui contenuti delle nuove mail di Hillary Clinton – decine di migliaia sono già state rese pubbliche e vagliate – alimenta voci non verificate. C’è chi sospetta un ruolo nella vicenda di Wikileaks e degli hacker russi che hanno a più riprese compiuto incursioni nei server della campagna democratica, ricavandone migliaia di documenti senza pepe. Wikileaks potrebbe, però, avere riservato il meglio all’Fbi, anche se ciò appare contrario alla filosofia dell’organizzazione di Julian Assange.
Né dà certezze l’indicazione, attribuita dalla Ap a fonti ufficiali, che le nuove mail non escono dall’account privato della Clinton. Ne sa di più il New York Times: le mail vengono da computer e telefonini sequestrati alla più stretta collaboratrice di Hillary, Huma Abedin, e a suo marito Anthony Weiner, coinvolto in scambi di foto a contenuti sessuali. Resta da capire che cosa c’entri l’Fbi e la sicurezza nazionale con tutto ciò.
A luglio, l’Fbi aveva chiuso le indagini criticando la grave negligenza dell’ex segretario di Stato, ma escludendone responsabilità penali.
La Borsa e i mercati hanno subito colto l’impatto della notizia: Wall Street ha perso d’un colpo tutti i guadagni realizzati dopo che s’era saputo che il Pil Usa nel terzo trimestre era cresciuto al tasso più alto da due anni in qua.