Agenti dell’Fbi sapevano da inizio ottobre che il materiale trovato nel computer di Anthony Weiner, utilizzato anche dalla moglie Huma Abedin, la più stretta collaboratrice di Hillary Clinton, poteva essere attinente all’inchiesta sull’emailgate. Lo scrive il Wp, secondo cui gli agenti avrebbero però aspettato settimane prima di informare il loro direttore, James Comey. L’illazione è uno dei tanti tasselli non ufficialmente confermati che vanno a comporre il puzzle della vicenda che scuote e cambia la campagna presidenziale negli Stati Uniti.
Gli agenti federali hanno intanto ottenuto il mandato necessario per cominciare a vagliare le mail potenzialmente attinenti all’emailgate e stabilire quali e quante siano davvero rilevanti ai fini dell’inchiesta relativa all’utilizzo di un account e di un server privati da parte della Clinton quando era segretario di Stato. Lo dice la Abc, spiegando che il mandato era necessario perché il materiale è stato trovato nell’ambito di un’altra indagine, che riguarda l’invio, da parte di Weiner, di messaggi dal contenuto sessuale a una 15enne.
Per il Wsj, le mail da vagliare sono circa 650 mila. E quelle inviate o ricevute dal server privato della ex segretario di Stato potrebbero essere migliaia.
REAZIONI E CRITICHE ALLA RIAPERTURA DELL’INCHIESTA
La decisione di Comey di riaprire l’inchiesta e di annunciarlo al Congresso continua a suscitare critiche. L’ex ministro della Giustizia Eric Holder è tra i firmatari di una lettera – ottenuta dall’Associated Press – , sottoscritta da decine di altri ex procuratori federali, estremamente dura nei confronti del direttore dell’Fbi.
E John Podesta, il capo della campagna elettorale della candidata democratica, torna a chiedere che Comey spieghi la sua decisione “senza precedenti” presa a pochi giorni dall’Election Day.
Per il leader dei democratici al Senato, Harry Reid, la decisione di Comey è “un’azione di parte” e, quindi, una potenziale violazione della legge federale (Hatch Act) che vieta a funzionari governativi di utilizzare la propria posizione per influenzare un voto. Le osservazioni sono contenute in una lettera che il senatore Reid – rivela il Wsj – ha scritto al direttore Comey: “Scrivo per informare che il mio ufficio ha stabilito che le sue azioni potrebbero violare l’Hatch Act”. Stando alla Cnn, quattro esponenti democratici del Congresso avrebbero a loro volta chiesto a Comey di fornire entro oggi spiegazioni sulla sua decisione.
LE LETTURE DI HILLARY E DONALD
Hillary Clinton e Donald Trump danno letture diametralmente diverse della decisione del direttore dell’Fbi Comey di riaprire, a poco più di una settimana dall’Election Day, l’inchiesta già archiviata sulle mail dell’ex segretario di Stato. E i sondaggi mostrano un’America turbata e più divisa che mai.
“Non ci faremo distrarre”, dice la candidata democratica in un comizio in Florida, dove si presenta senza la sua principale collaboratrice Huma Abedin, coinvolta nei sussulti dell’inchiesta dell’Fbi e rimasta a New York per collaborare con gli inquirenti.
“E’ abbastanza strano che qualcosa del genere accada così a ridosso dal voto”, osserva Hillary: “E’ senza precedenti ed è profondamente preoccupante […] La gente ha il diritto di sapere: chiediamo che tutte le informazioni siano rapidamente diffuse”. Ma, invece di notizie, circolano solo illazioni, su cui il candidato repubblicano specula.
“Il dipartimento della Giustizia sta facendo enormi sforzi per proteggere” la Clinton, insinua Trump, basandosi su indiscrezioni dei media secondo cui il segretario alla Giustizia Loretta era contraria alla decisione di Comey di riaprire l’inchiesta e d’informarne il Congresso. “Alcuni, ed io fra questi, pensano che Hillary abbia offerto a Loretta di confermarla”.
Trump arriva a ringraziare Weiner. “Mai pensato che avrei dovuto dirgli grazie”, dice a un comizio, spostando poi il tiro sulla sua rivale: “Hillary ha solo se stessa da biasimare per i suoi problemi legali”. Il marito della Abedin non è invece popolare fra i democratici: “Mai stato un suo fan, neppure prima che finisse nei guai”, dice il vice-presidente Joe Biden, intervistato dalla Cnn, anch’egli favorevole, come Hillary, a che l’Fbi divulghi i documenti.
RIFELTTORI SU HUMA E SUI RAPPORTI CON HILLARY
La riapertura dell’inchiesta sulle mail riaccende l’attenzione su Huma Abedin, molto più che un’assistente e un braccio destro per Hillary, che la ritiene “una seconda figlia”. L’interesse dell’Fbi si concentra sul computer che la Abedin condivideva con il marito ed ex deputato.
Gli agenti si sono imbattuti in mail di Huma a Hillary – e viceversa – , esaminando il computer che ritenevano di Weiner. L’Fbi non ha ancora stabilito se quei documenti siano doppioni di quelli già esaminati e se, nel caso non lo siano, contengano informazioni classificate. La Abedin, che è accanto alla Clinton da quando aveva 19 anni e ne divenne stagista – oggi, ne ha 40 – , non si capacita di come le sue mail siano finite in quel computer, che di solito non usava.
SONDAGGI E PREVISIONI CONTRADDITTORI
L’aggiornamento quotidiano del sondaggio Abc/Wp indica un testa a testa serrato fra l’ex segretario di Stato ed il magnate – ieri + 2, oggi + 1 per Hillary, statisticamente pari – . Ma quasi due americani su tre indicano che il sussulto delle mail non condiziona il loro voto, pur se uno su tre è oggi meno incline a votare per la Clinton – e solo il 2 per cento più incline – .
Inquietante, per l’ex first lady, anche un dato del Nyt dalla Florida, con l’Ohio lo Stato più cruciale nella corsa alla Casa Bianca: Trump le è davanti di quattro punti, senza contare l’effetto mail. Lei mobilita al voto i suoi sostenitori: “Battiamo i record” di affluenza, dice, nella convinzione, condivisa, che più gente va alle urne meglio è per lei.
Il sito Fivethirtyeight.com dà sempre Hillary vincente in termini di Grandi Elettori, ma le possibilità di Trump, che erano scese al 12,5 per cento, risalgono al 21 per cento. Il sito 270towin.com mantiene l’incertezza: assegna alla democratica 258 Grandi Elettori – ce ne vogliono 270 – e al repubblicano 157, lasciandone 123 in bilico.
UNA POLEMICUZZA CHE SI STEMPERA
La mossa di Comey, sfruttata dalla propaganda repubblicana, rimescola nell’opinione pubblica tutte le sensazioni di mancanza di sincerità che accompagnano i Clinton, dalle speculazioni immobiliari di quando ancora vivevano in Arkansas ai finanziamenti stranieri alla loro Fondazione. Il clamore dà anche risalto a un’altra polemicuzza: Hillary e Bill avrebbero ristrutturato una loro proprietà senza i permessi necessari.
Secondo The Journal News, la casa in questione, acquistata in agosto per 1,6 milioni di dollari, è accanto alla residenza della famiglia a Chappaqua, vicino a New York. Dopo l’acquisto, i Clinton avrebbero rinnovato piscina, cucina e illuminazione, senza autorizzazione. Un ispettore avrebbe compiuto un sopralluogo il 5 ottobre, dopo avere ricevuto una segnalazione.
Ma, almeno su questo fronte, i Clinton possono stare tranquilli: i permessi per le ristrutturazioni sono arrivati, hanno ieri confermato le autorità locali. Robert Greenstein, un responsabile, ha fatto sapere che durante i lavori “era effettivamente emerso” che l’impresa non si era preoccupata di avere tutti i permessi necessari. Una volta informati, i Clinton si sono “attivati immediatamente” perché tutto fosse in regola.