Skip to main content

I Giovani Confindustria: l’ultimo grande vivaio di classe dirigente. Da domani il convegno a Capri

convegno_capri_2016_giovani_imprenditori_confindustria
La locandina del Convegno

 

Premetto. In quest’articolo sarò fazioso e forse un po’ di parte.
Inizia da domani a Capri il 31mo Convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria: una due giorni in cui l’Isola azzurra diventa per alcune ore capitale dell’economia italiana.
Questo è un appuntamento a cui sono molto legato. Mi ha permesso già più di quindici anni fa da giornalista nemmeno ventenne di intervistare e conoscere grandi industriali e soprattutto di conoscere una bellissima realtà: il movimento dei Giovani Imprenditori.
Sono ancor più legato per un’altra ragione: è il luogo dove ho scelto che nella mia vita avrei fatto il “consulente imprenditore”.

Ma chi sono i Giovani Imprenditori?
Innanzitutto sono un Movimento di persone che ha una sua autonomiarispetto a Confindustria e nel quale gli associati amano definirsi “coscienza critica” o “avanguardia” della Confederazione.
I 13 mila associati, oggi guidati dal torinese Marco Gay, sono organizzati in 95 gruppi costituiti presso le associazioni territoriali del Sistema Confindustria, e 20 comitati regionali. I gruppi contribuiscono all’elezione degli organi nazionali e della presidenza che guida il Movimento per un triennio. E, fattore non irrilevante, tutte le decisioni vengono prese votando per testa.
Il voto del piccolo imprenditore vale quanto quello di chi guida multinazionali.

Ma quello che è molto interessante è come avviene la vita associativa.
I Giovani Imprenditori, oltre ad essere un organismo dove nascono e si cementano relazioni professionali e personali tra gli iscritti, sono (non mi stancherò mai di sostenerlo) una vera palestra Politica (quella con la P maiuscola) e di vita, l’ultima grande scuola di formazione e creazione di leadership del nostro Paese.

In un’epoca di partiti liquidi, in cui le leadership nascono, si consolidano e muoiono all’esterno dei contesti tradizionali, Confindustria è rimasta una delle poche realtà strutturate, capillari e in grado di rappresentare grandi numeri di persone e di interessi e di lavorare alla creazione di un pensiero collettivo.
E i Giovani Imprenditori sono stati la palestra dove sono cresciuti past president di Viale dell’Astronomia come ad esempio Antonio D’Amato ed Emma Marcegaglia e dove è cresciuto il neo presidente Vincenzo Boccia.

Boccia più volte, sia in contesti privati che pubblici, ha acceso i riflettori sull’importanza della sua esperienza nei Giovani Imprenditori e non è un caso che parte rilevante della sua squadra venga da quella esperienza. Un’esperienza in grado di incarnare in pieno i valori di Confindustria e di rispondere al meglio alla definizione di Boccia della rappresentanza associativa come “missione nobile e alta”.
E in tale solco si inserisce benissimo l’attuale presidente Marco Gay, che in questi anni di presidenza non si è mai risparmiato lasciando così alla futura squadra di presidenza che sarà eletta in primavera un movimento molto compatto e di grandissima qualità.

Quest’anno ho avuto il piacere di partecipare in Cina al G20 dei Giovani Imprenditori,un’esperienza fantastica, guidata dallo Sherpa italiano Nicola Altobelli e dal Presidente dello Yes (l’associazione europea dei giovani imprenditori) Luca Donelli, che mi ha permesso
di conoscere persone dal grande talento, grandi lavoratori che con le loro PMI fanno grande l’Italia nel mondo.
Quella del G20 è un’esperienza che consiglio di fare a tutti i giovani imprenditori. Quasi consiglierei a tutti di diventare imprenditore per parteciparvi…

In quest’ultimo anno ho avuto modo di viaggiare tanto in giro per l’Italia e di conoscere moltissime persone eccezionali: giovani imprenditori in prima linea nello sviluppo delle proprie aziende.

E diciamocelo: la storia dei figli di papà non ha alcun senso.
Oggi non c’è impresa che non debba rinnovare di continuo la propria offerta, che non debba continuare a guardare avanti senza adagiarsi sui successi degli anni precedenti. E per questo credo che tutti, anche se da evidenti condizioni di partenza differenti, vivano continuamente con lo spirito e l’entusiasmo dello startupper.

Ed allora faccio qualche nome di queste persone eccezionali (sapendo che poi gli altri si offenderanno e me ne scuso). La squadra di Marco Gay ha fatto un grande lavoro e mi piace ricordare l’impegno di Giacomo Gellini per l’internazionalizzazione (bella la sua storia di
internazionalizzazione in Ghana…) e di Vincenzo Caputo per l’education.

Il movimento è anche un luogo in cui le leadership femminili di trentenni riescono ad emergere (nel solco tracciato da Emma Marcegaglia…) con grandi risultati e le presidenze di associazioni di categoria e di territoriali ne sono un’esempio: dalla presidente dei Giovani di Sistema Moda italia Alessandra Guffanti a quelle dei Giovani Costruttori dell’Ance Roberta Vitale e dei Giovani di Federlegno Marta Anzani, dalla presidente dei Giovani Imprenditori di Treviso Alessia Forte (molto bella l’assemblea a cui ho avuto il piacere di partecipare e molto compatta la sua squadra) alle presidenti dei Giovani di Napoli Susanna Moccia e della Campania Nunzia Petrosino.

Anche quest’anno l’appuntamento caprese ai arricchisce della Capri Startup Competition: la mattina di venerdì i riflettori saranno puntati su 12 nuove idee di impresa che parteciperanno alla finale della competizione e presenteranno i loro progetti ad una nutrita giuria di investitori. Un momento interessante di apertura del Movimento ai giovani startupper e agli studenti universitari.

Insomma il Movimento dei Giovani Imprenditori va vissuto (e non solo il convegno in streaming) per capirne il valore.


×

Iscriviti alla newsletter