Le banche italiane sono un affare, ma per ora il loro valore non è riconosciuto dal mercato per le incertezze che aleggiano sull’Italia, in primis il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
Il giudizio arriva da Credit Suisse che in una nota emessa oggi sottolinea che le valutazioni sono sempre più interessanti: “lo sconto medio dei titoli bancari italiani rispetto ai concorrenti europei si è ampliato ulteriormente nell’ultimo mese salendo dal 30 per cento al 32 per cento.
Ma le incertezze politiche, l’alto stock di sofferenze e il costante rischio che il settore paghi il salvataggio di alcune banche tiene gli istituti di credito fuori dai radar degli investitori, afferma la banca d’affari svizzera.
Il rischio politico è legato al voto del 4 dicembre e fino ad allora, “le banche italiane resteranno le meno amate in Europa”, sottolinea Credit Suisse aggiungendo che “l’elevato sconto suggerisce che un’eventuale vittoria del no al referendum sembra già scontata nei prezzi, a differenza di quanto accaduto a fine giugno con il referendum britannico sulla Brexit, ma suggeriamo cautela”.
Come posizionarsi, dunque? Credit Suisse punta su Intesa Sanpaolo (rating outperform e target price a 2,5 euro) perché “il core business è altamente redditizio sia sul fronte dell’attività bancaria sia di quella legata alla gestione del risparmio”, spiega l’investment bank.
A giocare a favore della banca guidata dall’ad, Carlo Messina, c’è anche il dividendo elevato che ai prezzi attuali offre un dividend yield di oltre il 9 per cento sulla base delle attese di un monte dividendi per l’esercizio in corso di 3 miliardi di euro, come confermato dallo stesso top manager.
Più prudenza, invece, su Unicredit (rating neutral e target price a 2,28 euro) in attesa del piano industriale che sarà presentato il prossimo 13 dicembre. Credit Suisse stima che nel peggior scenario la banca guidata dall’ad, Jean Pierre Mustier, presenti una carenza di capitale di 16 miliardi di euro e abbia bisogno di un aumento di capitale di 8 miliardi.
(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)