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La commemorazione di De Gasperi a 62 anni dalla scomparsa

Di Vittorio Cassiani

Il Centro Studi Sociali “Alcide De Gasperi” di Pesaro ha celebrato il 62° anniversario della scomparsa dello Statista trentino.

L’evento, cui sono  intervenuti il prefetto di Pesaro e Urbino Luigi Pizzi ed altre autorità statali e locali, si è incentrato nella celebrazione di una Messa Solenne nella Chiesa Cattedrale da parte dell’arcivescovo metropolita Piero Coccia, che ha svolto una approfondita omelia commemorativa. L’arcivescovo Coccia ha sottolineato come nella visione di De Gasperi la ricerca del consenso dovesse ruotare attorno alla promozione della persona di cui egli evidenziava il primato nell’azione politica. Come San Paolo richiamava l’esigenza di una fede vissuta nella fedeltà,  così De Gasperi ha operato con una  visione della vita legata alla dottrina cristiana e fedele concretamente ai principi professati.

L’attualità dell’esempio che De Gasperi  ha offerto, alimentando fiducia e forza negli italiani,  è confermato –  rileva Giorgio Girelli, responsabile del Centro –  dai frequenti richiami che esponenti politici di varia tendenza fanno anche oggi alla sua figura. “Rievocare  De Gasperi – ha ancora sottolineato Girelli – non significa lasciarsi cogliere da tentazioni nostalgiche, ma rinvenire nel suo esempio lo stimolo  per un impegno  politico  e sociale praticabile con onestà ed efficacia”. Certo, la politica va indubbiamente richiamata ad attenersi alla linea comportamentale seguita da De Gasperi nell’esercizio dei suoi compiti istituzionali e di partito, perseguiti con disciplina e onore, come chiede la Costituzione, inclusi gli atti ricorrenti nella capillarità della vita quotidiana quando impediva alla figlia, ad esempio, di fare uso della macchina di servizio perché – egli ammoniva – “quella non è la macchina di tuo padre ma del Presidente del Consiglio”.

Però  l’esempio di De Gasperi, per la sobrietà della vita famigliare e per i valori forti sempre, anche in privato, tenacemente e coerentemente vissuti, interroga pure noi privati cittadini: su come assolviamo ai nostri doveri, su come ci rapportiamo in famiglia – alla quale tanta cura ha dedicato Giovanni Paolo II –  con i giovani, su quanto la scuola può fare per offrire ad essi saldi punti di riferimento che ne fortifichino rettamente la personalità.  Evitando che essi ricerchino una identità, di cui avvertono fortemente il bisogno, in comportamenti e abbigliamenti bizzarri; che tentino di colmare il vuoto del loro spirito, non altrimenti riempito,  con il ricorso all’uso di droghe. Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e gli itineranti, ha manifestato solidale attenzione all’evento compiacendosi con i suoi promotori per il richiamo alla esemplare condotta degasperiana.

Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, ha fatto pervenire al Centro Studi De Gasperi un messaggio,  nel quale tra l’altro rileva che “quella per l’integrazione europea  è stata la battaglia che più ha segnato l’impegno politico del grande statista trentino il quale aveva compreso come l’apertura verso la cooperazione internazionale era il compito fondamentale della nuova classe dirigente: egli aveva ben capito, oltre mezzo secolo fa, cosa fosse indispensabile per assicurare all’Italia un futuro migliore”.

Vittorio Cassiani (Centro studi sociali De Gasperi)

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