Gli interventi a copertura delle misure espansiva sono concentrati soprattutto dal lato delle entrate, e al momento comprendono una elevata percentuale di interventi una tantum, la cui efficacia è dunque limitata all’anno in cui sono previsti. Ipotizzando che la categoria residuale nella tavola del Dpb (“altre risorse” ) sia ripartita a metà tra interventi sulle entrate e sulle spese (il Dpb ne indica solo genericamente la composizione tra recupero evasione, efficientamento dell’amministrazione fiscale, che dovrebbe avere a che fare con le sorti di Equitalia, e “altre entrate da adesione volontaria”), nel 2017-2018 le coperture derivanti da maggiori entrate costituiscono quasi il 70 per cento del totale, e sono pari a quasi 10 miliardi nel 2017, che si riducono a circa 7 nell’anno successivo. Sul 2017, come anticipato, insistono le entrate una tantum, ovvero gli introiti derivanti dall’estensione della voluntary disclosure (2 miliardi) e dal rinnovo delle concessioni in scadenza delle frequenze in mano alle telecomunicazioni (altri 2 miliardi stimati dal Dpb).
Un’altra parte importante delle coperture dovrà derivare dall’attività di contrasto all’evasione, dalla quale nel 2017 è previsto un recupero di 2.5 miliardi (più del 17 per cento delle coperture totali dell’anno), che sale a 4 miliardi nell’anno successivo, ovvero la metà delle coperture per il 2018. Sul fronte dei risparmi di spesa, oltre al capitolo amministrazione fiscale, il Dpb prevede una spinta ulteriore alle misure di spending review, che dovranno interessare sia la riprogrammazione e la razionalizzazione delle spese di singoli ministeri (3 miliardi nel 2017, 4.6 miliardi a regime), sia interventi nel comparto sanitario (1 miliardo nel 2018, 3 dal 2019), che interesseranno, da un lato, la spesa per acquisti e, dall’altro, la governance della spesa farmaceutica. Complessivamente, le misure di copertura dovranno ammontare a circa 14 miliardi, ovvero più di 8 decimi di Pil. Non sono poche quindi le incertezze che aleggiano attorno all’impostazione di questa manovra, che tra il ricorso massiccio a clausole di salvaguardia, spending review e lotta all’evasione presenta il fianco a numerose perplessità. Se rimanessero invariati nel testo del Ddl i numeri di questa manovra non lascerebbero ben sperare quanto a realizzabilità.
Le coperture danno un peso eccessivo alle misure una tantum, che per loro natura accentuano l’incertezza che aleggia sugli anni successivi, quando l’impatto di queste misure verrà meno. Anche le risorse attese dalla spending review e dalla lotta all’evasione sembrano eccessive, soprattutto in termini dell’incidenza sul totale delle coperture, trattandosi di interventi il cui esito è, per definizione, soggetto a elevata incertezza. È quindi probabile che il Governo, nello scrivere il testo del Ddl bilancio, cercherà di andare maggiormente incontro alle richieste delle autorità europee, e anche in questo caso non è scontato l’esito positivo della valutazione prevista per novembre.