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Conegliano prepara una mostra dedicata a Bellini e i belliniani

Dopo Un Cinquecento Inquieto nel 2014, quindi Carpaccio, Vittore e Benedetto nel 2015 e, nel 2016, I Vivarini, l’indagine artistica approda alla figura di Giovanni Bellini, nel quinto centenario della morte del maestro. Promossa dal Comune di Conegliano e da Civita Tre Venezie, la mostra di Palazzo Sarcinelli, dedicata a Bellini e i Belliniani. Collezione dell’Accademia dei Concordi di Rovigo proseguirà le esplorazioni sulle trasformazioni dei linguaggi della pittura veneziana e veneta negli anni magici tra Quattrocento e Cinquecento. Dal 25 febbraio del prossimo anno, e fino al 18 giugno, l’esposizione permetterà di conoscere i giovani artisti e collaboratori del grande Giambellino, come si formarono, quale posto avevano nella produzione dell’atelier, anzi della bottega.

La mostra trova nella raffinata collezione dell’antica e prestigiosa Accademia dei Concordi di Rovigo lo spunto per tracciare una sorta di mappa del milieu belliniano, con una parte significativa e originale di tale universo d’uomini e di capolavori.

Dai due celebri capolavori di Bellini in mostra, ovvero la Madonna col Bambin Gesù di esemplare semplicità e perfezione e il Cristo portacroce, tra le opere-manifesto della stagione matura intensa e filosofica della sua parabola artistica, il percorso espositivo proporrà importanti confronti, contaminazioni, suggestioni con opere di altri artisti, da Palma il Vecchio a Dosso Dossi fino a Tiziano e Tintoretto, coinvolgendo maestri tedeschi e fiamminghi come Mabuse e Mostaert, per sottolineare la centralità di Bellini rispetto a uno scenario non solo veneziano e Veneto. In tale trama narrativa ed espositiva si vengono a collocare nomi e personalità molto diverse, tutte accomunate da una più o meno intensa frequentazione di Giovanni Bellini e del suo atelier: Marco Bello, Andrea Previtali, i Santacroce, Luca Antonio Busati, Pasqualino Veneto, Jacopo da Valenza, Nicolò Rondinelli.

La mostra sarà quindi un’occasione per interrogarsi sull’eredità belliniana, ricostruendo con originalità una rete di rapporti e connessioni, mettendo in luce il raffronto possibile tra storie e opere, protagonisti e comprimari su palcoscenici diversi e alternativi e tuttavia legati da analogie e contiguità logiche e strutturali.


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