La produzione industriale è balzata a sorpresa di +1,7% m/m ad agosto. Inoltre, il dato di luglio è stato rivisto verso l’alto, a +0,7% da +0,4% m/m. Su base annua, la produzione è rimbalzata ampiamente a +7,4% dopo il -6,3% di luglio in termini grezzi e a +4,1% da -0,3% se corretta per gli effetti di calendario. Sia su base congiunturale che tendenziale, si tratta di un massimo da 5 anni. Il dato è andato oltre ogni più rosea previsione (la media degli analisti si attendeva una flessione).
L’aumento riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie con l’eccezione dei beni di consumo (-0,5% da +1,7% m/m precedente, con i durevoli in calo di -1% dopo il -3,6% m/m di luglio). Da notare che i beni strumentali avanzano per il terzo mese consecutivo, accelerando a +6,6% da +1,1% m/m. In crescita anche beni intermedi ed energia (+3,1% a +1,4% m/m rispettivamente).
Lo spaccato per settore di attività resta molto differenziato: dei 13 settori manifatturieri, ben 5 (erano 6 il mese precedente) restano in calo su base annua (corretta per gli effetti di calendario). Degna di nota la correzione dei farmaceutici (-8,5% da +13,2% m/m), che, dopo essere stati il miglior comparto a luglio, risultano il peggiore ad agosto (5,3% a/a). In flessione anche tessile, abbigliamento, pelli e accessori (-5%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-3,3%), legno, carta e stampa (-3,2%) e i prodotti chimici (-0,6%). Dall’altro lato, a guidare la classifica ancora una volta i mezzi di trasporto (+19,2% a/a, trainati dalle auto: +41,9%), ma registrano una crescita a due cifre anche i due comparti dal peso maggiore nell’indice generale, ovvero metalli (+13,6% a/a) e macchinari e attrezzature (+11,7% a/a). Al di fuori del manifatturiero, restano depresse (in miglioramento solo lieve rispetto al mese scorso) sia la fornitura di energia (-3% a/a) sia soprattutto l’attività estrattiva (-17,7% a/a).
A nostro avviso, il balzo di agosto non dovrebbe essere eccessivamente enfatizzato, in quanto il mese si caratterizza per volumi di attività molto bassi, e di conseguenza per una volatilità molto accentuata (specie nelle variazioni mese su mese). Tra l’altro, il balzo della produzione è comune ad altri Paesi europei, tra cui Germania (+3,3% m/m) e Francia (+2,1% m/m) e, come altrove, ha riguardato i beni capitali, il macro-settore più volatile. In ogni caso, il buon andamento negli ultimi tre mesi in particolare dei beni strumentali è di buon auspicio circa una possibile ripartenza degli investimenti (non solo in mezzi di trasporto).
La variazione “acquisita” della produzione industriale nel 3° trimestre (ovvero, in caso di stabilità a settembre) è di ben +1,4% t/t, dopo il -0,2% t/t visto nel trimestre precedente. Tuttavia, è molto probabile a nostro avviso una correzione a settembre, visto che il dato di agosto è in qualche modo “anomalo”. In ogni caso, l’industria dovrebbe essere tornata a contribuire al valore aggiunto in estate dopo aver frenato l’attività economica in primavera.
In sintesi, il dato aggiunge evidenza alla nostra idea che il PIL potesse tornare a crescere già nel trimestre estivo dopo la stagnazione primaverile. Anzi sulla base dei dati di produzione industriale la crescita del Prodotto Interno Lordo potrebbe risultare anche superiore allo 0,2% t/t che prima del dato valutavamo come possibile in un’ipotesi ottimistica. Tuttavia, occorre aspettare i numeri sulla produzione industriale di settembre, e più in generale i dati autunnali (meno viziati dalla volatilità estiva), per farsi un’idea più precisa dell’evoluzione dell’attività economica. Le indagini di fiducia sulle imprese sono risultate migliori del previsto a settembre, ma non segnalano certo un “boom” in particolare nell’industria.
In ogni caso, dopo questo dato sembrano ridursi i rischi al ribasso sull’obiettivo di crescita del PIL allo 0,8% nel 2016.