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Siamo una nazione di complici. pinITALY intervista Michele Corradino

Pagare tangenti, ottenere un posto per raccomandazione, appropriarsi di un bene comprato con il denaro pubblico sono considerate azioni normali. È normale corrompere, è normale cercare i “santi in paradiso”, è normale fare i furbetti del quartierino. Anzi, chi non si comporta così è uno sciocco. È un sognatore pieno di velleità chi pensa di vincere un appalto solo perché ha fatto la proposta migliore, chi studia per passare un concorso, chi compra un computer invece di “prendere in prestito” quello del lavoro.

Nel suo bel libro “È normale… lo fanno tutti”, edito da Chiarelettere, Michele Corradino – Componente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – denuncia “il processo di normalizzazione del malaffare”. Nell’intervista che ha rilasciato a pinITALY di Telos A&S, Corradino racconta come è nata l’idea di scrivere questo libro. L’intento non era fare un’inchiesta, raccontando uno o più casi specifici, ma parlare della banalità della corruzione che, invece di essere un fatto straordinario, è diventata parte di un’ordinaria follia collettiva tipicamente italiana. L’approccio è sicuramente originale. Michele Corradino lascia che siano le intercettazioni telefoniche e ambientali ad essere la sua voce. E a raccontare una storia evidente, ma che spesso non vogliamo ascoltare. Ne emergono dialoghi surreali e tristemente comici tra corrotti e corruttori: un ragazzo che promette alla fidanzata di farle avere il computer dall’impresa che lavora per il suo Comune (tanto “è normale, lo fanno tutti”); una madre che consola il figlio perché non è spregiudicato come il padre (“imparerai!)”; i corruttori che chiamano le tangenti con i nomi dei cibi (“ciliegie smozzicate, “fettuccine”, “salmone”, “olive”). Con l’illusione di mascherare il loro intento, che invece diventa ridicolo e lampante.

Quando la voce di Corradino emerge forte e sicura, ci lascia con un messaggio positivo. La corruzione è sì ovunque, ma tutti dobbiamo e possiamo combatterla. Soprattutto i giovani. È un messaggio di speranza per chi è abituato a ottenere i risultati con l’impegno e il sudore. È una gran brutta notizia invece per chi è abituato a comportarsi in modo contrario. Corradino è convinto che, prima o poi, la festa finirà e il merito – quella cosa che si conquista sgobbando – tornerà di moda.

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