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Startup, ecco le imprese innovative di quattro donne

Arredare casa, prevenire un arresto cardiaco, trovare lavoro, reclutare una babysitter. Tutte attività apparentemente distanti fra loro, che invece sono accomunate almeno da due caratteristiche: è possibile farle attraverso start up innovative, tutte realizzate da donne. Mary Franzese, cofondatrice di Neuron Guard, Monica Archibugi, anima di Le Cicogne, Marianna Poretti, creatrice di Just Knock e Federica Sala, che ha dato vita a Interior Be, sono imprenditrici brillanti, che hanno saputo osare pensando controcorrente o “semplicemente” mettere a frutto le proprie esigenze per intercettare bisogni del mercato non ancora soddifatti. Hanno parlato della loro esperienza, a luci e ombre, partendo da un contesto non facile per le nuove piattaforme digitali come quello italiano, in un panel di “Le donne nella quarta rivoluzione industriale. Occupazione, tecnologie e welfare”, incontro organizzato nei giorni scorsi dall’associazione Pari o Dispare, nell’aula della Commissione Difesa del Senato.

La cultura aziendale innovativa sorge prima di tutto dalla condivisione e Neuron Guard ne è un esempio: il dispositivo è nato dall’intuizione di un’altra persona, che ha condiviso la sua idea con me, Enrico Giuliani”, spiega Mary Franzese che insieme al suo socio ha ricevuto nel 2014 il premio Intel Global Challenge. “Enrico, anestesista, aveva bisogno di una persona con competenze manageriali per sviluppare la sua idea, un collare refrigerante per la prevenzione dell’ictus, dell’arresto cardiaco e del trauma cranico. I primi test sugli umani verrano effettuati all’Università di Cambridge, questo evidenzia come i confini territoriali si dissolvano quando c’è bisogno di testare un’idea innovativa”.

Se c’è qualcosa a cui le donne dovrebbero puntare, con coraggio e senza sensi di colpa, è una sana ambizione. E per raggiungere obiettivi ambiziosi esistono metodi semplici e precisi, stando alle parole della fondatrice dell’app Le Cicogne, Monica Archibugi, che ne ha svelati ben due: scrivere una lista delle cose da fare, giorno per giorno, e riscrivere per il giorno successivo le incompiute, finchè la lista non si esaurisce; secondo, porsi obiettivi a lungo termine, programmando come arrivarci attraverso tanti mini traguardi intermedi. Monica, intanto, il suo obiettivo l’ha raggiunto, creare un’app che crei il match giusto fra babysitter e genitori, che sta per varcare i confini nazionali. “Le Cicogne serve per consentire a chiunque di trovare un lavoro compatibile con la propria disponibilità di tempo e le proprie capacità e, allo stesso tempo, aiutare i genitori a trovare esattamente la persona che stanno cercando”. Insomma, il passaparola non funziona più, perché ogni famiglia ha le proprie esigenze, che oggi possono essere profilate con estrema precisione, a partire dalla zona della città.

Anche la ricetta di Federica Sala, cofondatrice di Interior Be, è a base di algoritmi, messi a servizio, questa volta, dell’arredamento di casa: “Abbiamo digitalizzato e messo a disposizione di tutti un servizio che veniva considerato elitario, cioè avvalersi di un professionista per arredare la propria casa o la propria attività. Il designer viene associato all’utente tramite algoritmi, che elaborano le preferenze e i dati acquisiti”. Marianna Poretti di Just Knock, invece, ha trovato la bacchetta magica per dare alle aziende la possibilità di assumere giovani di talento e, ai candidati, il sogno di non veder svanire il proprio curriculum in un’affollatissima banca dati: “Abbiamo rivoluzionato il modo di trovare lavoro, mettendo al centro il merito e le capacità dei giovani. Le aziende oggi fanno selezione solo sulla base di algoritmi, perché ricevono troppe richieste. Just Knock dà ai candidati la possibilità di proporsi alle aziende inviando un progetto in forma anonima e in un secondo momento queste potranno visionare il curriculum dell’autore. Molte multinazionali hanno creduto in noi, come Enel, Bosch e L’oreal. Tuttavia”, ammette, “fare il salto da start up ad azienda è difficile e molte start up muoiono presto perché mancano i finanziamenti. Gli investitori spesso chiedono le stelle, senza essere disposti a dare altrettanto”.


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