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Trump mobilita i malati terminali, “Votatemi prima di morire”

Malati terminali alle urne per Donald Trump: il magnate e showman esplora, scherzando, ma non troppo, l’estrema “constituency” di Usa 2016. Lo scrive il quotidiano britannico The Independent, citando un comizio in Nevada del candidato repubblicano: “Non mi interessa quanto siate malati. Non mi interesse se siete appena andati dal medico e lui vi ha dato la prognosi peggiore, cioè vi ha detto che è finita. Tenete duro fino all’8 Novembre. Uscite e votate”.

Trump ha aggiunto: “Lo dico scherzando, ma lo dico davvero”. Il discorso, fatto in un incontro con una comunità di malati, è meno shockante e suona meno cinico negli Stati Uniti di quanto non appaia in Europa: è infatti abbastanza comune che i cittadini americani lascino disposizioni testamentarie ‘elettorali’, tipo donazioni all’una o all’altra campagna, o votino in anticipo quando sentono le forze mancare.

In questo contesto, suona un po’ da zombi l’annuncio che domani, per la prima volta, Trump avrà a fianco, sul palco d’un comizio, lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, il cui appoggio al candidato è tiepido e non è scevro di riserve e polemiche. Lo stesso annuncio dell’evento congiunto viene dato in sordina: una nota dell’ufficio di Ryan segnala la presenza dello speaker al ‘Festival d’autunno’ nel Wisconsin, il suo Stato; e menziona solo la presenza di Trump, invitando a rivolgere le richieste di chiarimenti alla campagna del magnate.

In linea con le diffidenze verso Trump dei conservatori moderati, trenta ex deputati repubblicani invitano a non votarlo perché non ha “l’intelligenza che serve”. Nell’appello, i trenta affermano: “Il candidato del nostro partito quest’anno è un uomo che si fa beffe dei principi e dei valori che abbiamo custodito e tentato di rappresentare in Congresso”. E aggiungono: “Ogni candidato presidente deve essere giudicato in maniera rigorosa per verificare che abbia la competenza, l’intelligenza, la conoscenza, la comprensione, l’empatia, la capacità di giudizio e la tempra necessari”. I trenta concludono: “Trump pecca in ognuna di queste caratteristiche e ha dimostrato in maniera palese di non essere qualificato per fare il presidente”.

(post tratto dal blog di Giampiero Gramaglia)



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