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Cosa si dice nella Chiesa Usa sull’elezione del nuovo capo dei vescovi americani

PAPA FRANCESCO JORGE MARIO BERGOGLIO

Oggi a Baltimora si apre la Conferenza dei vescovi americani che dovrà eleggere il suo nuovo Presidente, che resterà in carica per i prossimi tre anni. L’incontro plenario durerà due giorni. Si tratta di un appuntamento molto atteso che giunge subito dopo l’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti e le fibrillazioni registrate con Papa Francesco (qui l’articolo di Formiche.net), comprese le dichiarazioni rilasciate a Eugenio Scalfari su Repubblica (qui l’articolo di Formiche.net).

L’assise dell’United States Conference of Catholic Bishops (Usccb) sarà aperta da un discorso del Nunzio a Washington, l’arcivescovo francese Christophe Pierre, nominato all’inizio di aprile 2016 da Papa Francesco, e fino ad allora nunzio in Messico. Un ecclesiastico che conosce bene i problemi tra i due Paesi e il dossier migranti.

Pochi giorni fa, in occasione di un pranzo organizzato per una ristretta cerchia di accademici dell’Università di Georgetown, Pierre ha fatto capire cosa dirà durante la Conferenza, secondo quanto ne ha scritto il padre gesuita Thomas Reese sul National Catholic Reporter.

Pierre , che ha celebrato una messa alla cancellata di confine con il Messico, il 23 ottobre 2016, cioè a quindici giorni dalle elezioni presidenziali, ha detto che “il Papa è più profetico dei vescovi qui, oggi”. Per esempio sui rifugiati Pierre ha detto: “Per essere onesti con voi, non abbiamo fatto molto sui rifugiati negli Stati Uniti. E dovremmo fare di più […] Noi (cioè il Vaticano, nota di padre Reese) possiamo mandare alcune idee e su queste idee deve riflettere la Conferenza episcopale americana”, visto che la Usccb è il “luogo per esprimere la visione dei vescovi cattolici” del Paese.

Nello stesso incontro di Georgetown, l’arcivescovo Silvano Tomasi (Nunzio a Ginevra presso le agenzie Onu, dal 2003 al 2015 ), segretario del nuovo Dicastero per la promozione umana, voluto da Papa Francesco, ha detto, sempre secondo il National Catholic Reporter, che “il peggiore aspetto di Trump è l’imprevedibilità”.

Durante l’incontro il nunzio Pierre ha mosso critiche anche a Hillary Clinton e ha affermato che Papa Francesco “sta combattendo contro l’ideologia”. E, con riferimento al comizio finale della candidata democratica a Filadelfia (quello in cui ha citato il mantra papale sull’abbattimento dei muri e la costruzione di ponti ) Pierre ha dichiarato: “Io sono rimasto sbalordito dopo aver sentito l’ultimo discorso della signora Clinton alla televisione, è pura ideologia. La Signora non ha capito nulla. È terribile. E questo è il motivo per cui ha fallito. Lei è intrisa di ideologia”.

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