Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Finmeccanica, cosa succede ai conti di Leonardo con Moretti

finmeccanica, Mauro Moretti

La debolezza del settore elicotteri pesa sui conti di Leonardo Finmeccanica, così come l’effetto cambio sterlina/euro. Il gruppo guidato da Mauro Moretti ha però chiuso i primi nove mesi dell’anno con un risultato netto ordinario in crescita del 129 per cento a 343 milioni di euro e una redditività operativa passata anno su anno dall’8,3 al 9,3 per cento.

Le guidance per il 2016, aggiornate quando il gruppo ha portato a casa il maxi-contratto dei 28 caccia Eurofighter richiesti dal Kuwait (di cui è capocommessa) e incrementato in un sol colpo il portafoglio ordini di circa 8 miliardi di euro, in pratica l’intero importo. Al 30 settembre, infatti, il portafoglio ordini risulta pari a circa 35 miliardi di euro, pari a due anni di produzione equivalente. Oggi la metà circa degli ordini registrati da Leonardo Finmeccanica al 30 settembre scorso è rappresentato proprio da quella commessa. Il totale è di 15,5 miliardi di euro, il doppio anno su anno. Sempre grazie al carico dell’intera commessa Eurofighter sugli ordini del gruppo, il “book-to-bill” è salito a 1,9.

I RICAVI INFERIORI ALLE PREVISIONI

I ricavi però sono inferiori alle previsioni di mercato, e si sono fermati appena sopra quota 8 miliardi di euro ( -10,7 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2015). Più netta la frenata nel terzo trimestre:- 13,4 per cento anno su anno, a 2,6 miliardi di euro, al di sotto del consensus. Pesa, come si diceva, il calo del settore elicotteri destinati al mercato civile, a causa della crisi dell’Oil&Gas, che ha spinto le compagnie petrolifere a ridurre gli ordini di velivoli da utilizzare per le piattaforme offshore.

CHE COSA SUCCEDE AGLI ELICOTTERI

Tradotto in cifre, gli ordini di elicotteri nei nove mesi 2016 si sono fermati a 1,53 miliardi di euro contro i 2, 8 milairdi di euro dell’analogo periodo 2015. Ma hanno influito negativamente anche le variazioni di perimetro con le cessioni di due asset Drs e Fata, per circa 200 milioni, e per un importo analogo il tasso di cambio lira sterlina. Modesto l’incremento dell’ebitda, a 1,19 miliardi di euro (+1,6 è per cento ), in compenso l’ebitda margin, pari a 14,8 per cento, è cresciuto di 180 punti base rispetto al 13 per cento dei primi nove mesi del 2015.

COMA VA L’EBITDA

Nel terzo trimestre però l’ebitda ha perso il 6,7 per cento anno su anno, a 407 milioni di euro, al di sotto del consensus che lo indicava a 455 milioni di euro (fonte Bloomberg). Pochi brividi anche sul fronte dell’ebita: i 746 milioni di euro di questi nove mesi sono in linea con i 745 milioni dell’analogo periodo 2015, ma dal gruppo spiegano che il risultato va letto anche alla luce del calo dei ricavi e dell’impatto negativo del tasso di cambio per circa 15 milioni.

 

TRA ROS ED EBIT

Va ricordato che l’obiettivo fissato per fine 2016 è di 1,22-1,27 miliardi di euro. Il Ros invece, si è attestato al 9,3 per cento, in aumento di 100 bp dall’8,3 per cento dei primi nove mesi del 2015. Più marcato il progresso dell’ebit, a 631 milioni di euro (+5,3 per cento), con l’ebit margin, pari a 7,9 per cento, 120 punti base in più rispetto al 6,7 per cento dei primi nove mesi del 2015.

COME AUMENTA L’UTILE NETTO

L’incremento di ben il 129 per cento dell’utile netto ordinario è attribuito “alla ridotta volatilità degli oneri sotto ebita e alla riduzione degli oneri finanziari”. Il risultato netto vero e proprio, schizzato nei nove mesi a 353 milioni di euro (+ 121 per cento) , include ovviamente la plusvalenza sulla cessione di Fata, per circa 10 milioni di euro. Confermato com’era nelle attese degli analisti il flusso di cassa ancora negativo, per 388 milioni di euro: si tratta comunque di un miglioramento del 60 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2015.

IL RUOLO DEL CONTRATTO EUROFIGHTER

Il merito va alla riscossione dell’anticipo sul contratto Eurofighter, a luglio scorso. L’effetto è ancora più eclatante sul free cash flow del terzo trimestre, positivo per 405 milioni di euro, ben il 310,9 per cento in più anno su anno. L’indebitamento netto di gruppo è sceso a 3,89 miliardi di euro, (-27 per cento) rispetto ai 5,32 miliardi al 30 settembre 2015, assorbendo l’impatto del cambio grazie al miglior andamento di cassa del periodo e alla cessione dei Trasporti, perfezionata a novembre 2015.

(Pubblicato su Mf, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

×

Iscriviti alla newsletter