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Chi punta alle sofferenze di Unicredit

JEAN PIERRE MUSTIER, unicredit

Accelerazione nel processo di razionalizzazione e contestuale rafforzamento patrimoniale di Unicredit. In queste ore, secondo indiscrezioni di mercato raccolte da MF-Milano Finanza, sono arrivate alla banca guidata dall’ammiministratore delegato Jean Pierre Mustier le offerte per il pacchetto di non performing loan, affiancato dalle garanzie dello Stato (Gacs) del valore di 20 miliardi messo in vendita alcuni mesi fa dall’istituto milanese. A correre per questo dossier sono tre operatori internazionali, ovvero il fondo Cerberus, il colosso dell’asset management Pimco e uno dei principali operatori del settore della gestione delle sofferenze, Fortress.

E proprio quest’ultimo player, dalle indiscrezioni circolate ieri nelle sale operative e raccolte anche dal servizio DebtWire, pare essere il soggetto in pole position per acquisire il maxi-pacchetto di npl, uno dei più pesanti del mercato italiano. Non foss’altro perché la stessa Fortress conosce il business e anche il portafoglio oggetto dell’asta, avendo rilevato nel corso del 2015 Uccmb, l’attività di gestione dei crediti di Unicredit , ribattezzata poi Dobank. Società, che lo scorso luglio aveva rilevato Italfondiario, dando vita così al primo servicer italiano indipendente specializzato nella gestione di crediti npl al servizio del sistema bancario e presieduto da Giovanni Castellaneta.

Ovviamente avrà più chance di vittoria l’offerta a minor sconto anche perché l’obiettivo di Unicredit è recuperare alcuni miliardi, oltre che scaricare questa enorme mole di sofferenze, per migliorare i ratio patrimoniali. E se c’è stata questa accelerazione sul processo di dismissione dei crediti deteriorati va ricordato che nulla di formale si muoverà in banca fino alla data del 13 dicembre quando, a Londra, Mustier presenterà alla comunità finanziaria il piano industriale. Lo step relativo alla cessione degli npl e anche di Pioneer sarà fondamentale per capire poi quale sarà la dimensione dell’atteso aumento di capitale che, vari analisti di mercato, stimato in un intorno di 8-10 miliardi.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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