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Generali, Poste Vita, Fideuram. Come stanno le assicurazioni secondo PwC

Philippe Donnet

Un settore che vale il 9% del il italiano e cresce, mentre l’industria resta al palo. Sono le assicurazioni che, secondo un report di PwC, hanno segnato un incremento del 2,5% nel 2015 arrivando a valere 147 miliardi di euro e un premio pro capite di 2423 euro, diviso tra i 1895 euro del vita e i 528 del non vita.

LA TOP FIVE DELLE ASSICURAZIONI

Quali sono le compagnie che hanno fatto la parte del leone nella raccolta premi? Secondo la top five stilata da PwC, che include le cinque compagnie con il 48% della quota di mercato, la prima nella raccolta premi è Poste Vita con 18,145 miliardi, seguita da Intesa Sanpaolo Vita (15 miliardi circa) e Generali, a quota 7,7 miliardi. Generaltel life con 7,1 miliardi e Fideuram Vita (a quota 6,5 miliardi) chiudono la cinquina. Se si guarda ai gruppi, Generali diventa prima e Poste Vita seconda, seguite da Intesa Sanpaolo Vita, Allianz e Unipol che raccolgono il 60% del patrimonio assicurativo.
Ma se il ramo vita performa bene, non si può dire lo stesso dell’auto che mostra un trend decrescente negli ultimi cinque anni.

AUTO IN CALO

“Una performance è stata guidata – scrivono gli analisti di PwC da diversi fattori come l’azione del regolatore per ridurre le frodi, nuove regole per la distribuzione in agenzia, la svolta telematica (vedi black box) e la competizione che aumenta per via degli aggregatori online. La profittabilità del mercato auto dipende strettamente dal bilanciamento tra premi e richieste danni. L’ambiente attuale mostra un bilancio positivo, ma gli assicuratori sono preoccupati circa un possibile aumento del costo delle richieste danni con il livello medio dei premi”. Nel 2015 i premi sottoscritti sono ammontati a 32 miliardi dai 32,8 el 2014, con un calo del 6,5%, ma il risultato tecnico è positivo per 4,1 miliardi, proprio per effetto della riduzione dei costi delle richieste danni.

…VITA SOLIDA

Se l’auto arranca, il ramo vita ha segnato un incremento del 4%, segnando un record a 112 miliardi di premi sottoscritti con un cash flow di 44 miliardi, in calo dai 46 miliardi del 2014. “Il risultato tecnico p stato positivo a 2,3 miliardi, anche se inferiore dello 0,9% rispetto al 2014 – si legge nel report – le famiglie italiane hanno investito 573 miliardi dei loro risparmi, il 13,9% del totale, in prodotti vita”. Il mercato mostra ancora una netta predominanza di prodotti tradizionali (68%) anche se in calo rispetto al 75% del 2014. Un segnale che le cose stanno cambiando. L’ambiente a tassi bassi da un lato e la ricerca di alpha da parte di investitori e l’introduzione di Solvency II, che prevede per le unit linked minor assorbimento di capitale, possono dare gas ai prodotti di investimento, come già mostra la crescita dei prodotti multi-linea (22 miliardi nel 2015, l’88% in più rispetto al 2014). In generale comunque la penetrazione del ramo vita in Italia è del 7% sul Pil, inferiore solo a quella britannica che è all’8,5%.
Nel 2016, secondo l’Ania, le assicurazioni risentiranno del percorso segnato dai mercati finanziari. Le stime parlano di un calo del 7,1% per via del decremento del business vita con i premi in calo del 9%.


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