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Orgoglio, anticonformismo e femminilità in “I giorni della guerra e dell’amore” di Carla Maria Russo

I giorni della guerra e dell’amore (Piemme, 2016) di Carla Maria Russo riprende la narrazione interrotta in La Bastarda degli Sforza (Piemme, 2015), dove l’autrice ci guida nella conoscenza di Caterina Sforza (Milano, 1463– Firenze, 1509), figlia naturale del duca di Milano, Galeazzo Maria. La sua personalità, sin dall’infanzia indomita e ribelle, assieme alle virtù guerresche cui viene educata, ne farà una Sforza fatta e finita, nomata dai suoi contemporanei “la Tygre”.

Siamo nel 1488. Caterina ha 25 anni. L’imbelle e vile consorte Girolamo Riario, rozzo Signore di Imola e Forlì, è stato assassinato. La contessa si è asserragliata con i suoi fedelissimi nell’imprendibile bastione posto a guardia di Forlì, la Rocca di Ravaldino, e non intende arrendersi per alcun motivo ai nemici che l’assediano.  Quella “Tygre” di Madonna di Forlì che aveva spaventata la Romagna arriverà a non piegarsi persino alle minacce di morte rivolte ai suoi stessi figli, prigionieri dei rivoltosi.

D’altra parte, indelebili e odiosi ricordi legati alle precocissime nozze avevano da tempo immemore indotto la nobildonna ad un esasperato controllo dei propri sentimenti e ad un algido esercizio del potere. Ed infatti la sua vendetta sarà spietata, come quella impiegata in una diversa circostanza che le avrebbe strappato il cuore.

Intanto, qualcosa di davvero imprevedibile accade nella sua vita. Caterina si lascia andare a un amore assoluto, che finirà col dominare colei che nessuno era mai riuscito a domare, rendendola prigioniera di un delirio pari al furore speso in prima persona sui campi di battaglia e al contempo avviluppandola in una sconosciuta arrendevolezza, segnando “un’autentica palingenesi della mia esistenza, un rovesciamento di ogni mia convinzione, una trasformazione di me stessa come donna che non avrei mai immaginato”.

Questa “mutazione” renderà vieppiù complessa la navigazione della Contessa di Forlì nelle perigliose acque della magnifica e parimenti bellicosa Italia del Rinascimento. Per certi aspetti proprio avendo incontrato l’amore, la “Tygre” dovrà affrontare da sola una nuova e lunga serie di perigliose e controverse vicissitudini personali, politiche e militari, in un’epoca dove emergono figure intriganti e possenti quali Ludovico Sforza, Carlo VIII, gli Aragona, i Borgia

Carla Maria Russo, nel mentre, catalizza la nostra attenzione sull’insidiosa palude storica in cui il romanzo è ambientato, ci propone l’affascinante ritratto di una donna vissuta oltre seicento anni fa, eppure modernissima. Una donna costretta ad affrontare e all’occorrenza interpretare la violenza del suo tempo, mettendo in campo tutta la forza, la determinazione, l’intelligenza donatele dalla natura, ma forgiate dalla spada brandita con la mano e il pugnale conficcato nel cuore.

Caterina Sforza interpreta egregiamente una figura femminile dominante, intrisa di fierezza e di orgoglio, anticonformista e controversa, che se da una parte è rispettata dai suoi stessi nemici come uno dei più valenti “statisti” e coraggiosi condottieri del tardo Quattrocento, dall’altra rivela la fragilità, inattesa e per un tratto ingestibile, contro cui impatta prepotentemente l’incontro con l’unico amore della sua vita. Ma in buona sostanza Caterina Sforza manterrà sempre vivo il proprio congenito desiderio di essere padrona della propria esistenza. Di vincere. E comunque, di non arrendersi mai.

A Cesare Borgia, che la minaccia di calunniare la sua virtù per piegarla al proprio arrogante volere, Caterina Sforza risponderà ridendogli in faccia: “Io, mio signore, sono abituata a rendere conto solo a me stessa e alla mia coscienza. Mi infischio altamente delle chiacchiere e delle versioni che voi vorrete alimentare sul nostro incontro, così come di qualsivoglia chiacchiera o malignità chiunque altro voglia inventare”.

CHI È L’AUTRICE 

Carla Maria Russo vive e lavora a Milano, dove si è laureata in Lettere Moderne. Dopo aver scritto alcuni romanzi per ragazzi, si dedica alla narrativa per adulti coN La Sposa Normanna (Piemme, 2004), che ha vinto il premio Città di Cuneo per il primo Romanzo e il premio Feudo di Maida; Il cavaliere del giglio (Piemme, 2006); L’amante del Doge (Piemme, 2008); Lola nascerà a diciott’anni (Piemme, 2010), che ha vinto il Premio Fenice-Europa 2010; La regina irriverente (Piemme, 2012); La bastarda degli Sforza (Piemme, 2015) e I giorni della guerra e dell’amore (Piemme, 2016). Tutti disponibili in ebook e in edizione economica. I suoi libri sono tradotti in inglese, tedesco ed altre lingue europee.

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