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Aborto, Russia, Trump. Ecco su cosa polemizzano (moderatamente) Juppé e Fillon in Francia

In Francia è cominciata la campagna elettorale. Mancano ancora diversi mesi per le elezioni presidenziali (sono previste per maggio del 2017), ma secondo gli analisti ci sarà sicuramente un secondo turno. L’unica candidata certa: Marine Le Pen. È lei la favorita per i sondaggisti, ma probabilmente non avrà abbastanza voti per vincere nel primo turno. Considerando il basso indice di popolarità del presidente socialista François Hollande, il rivale di Le Pen arriverà dal centro-destra. Forse per questo c’è uno speciale interesse per le primarie del partito Les Républicains (I Repubblicani). Il secondo turno tra François Fillon e Alain Juppé sarà domenica 27 novembre.

Secondo il sondaggio di Ifop-Fiducial, Fillon vincerebbe contro Juppé con il 65 per cento dei voti. Al primo turno, Fillon, ex primo ministro di Nicolas Sarkozy, aveva avuto il 44 per cento dei voti; Alain Juppé, attuale sindaco di Bordeaux ed ex primo ministro, il 28 per cento. Dopo il voto del 20 novembre è rimasto fuori dal gioco Sarkozy.

CHI HA VINTO IL DIBATTITO

L’ultimo dibattito avvenuto ieri sera ha dato un vantaggio a Fillon. Secondo il quotidiano conservatore Le Figarò, il 70 per cento dei primi 10mila elettori preferiscono la sua performance. Ad aprire l’incontro televisivo è stato Juppé: “Il mio progetto vuole riarmare lo Stato per lottare contro l’islamismo. Dopo, propongo di liberare le imprese per potere creare posti di lavoro. La riforma dell’istruzione sarà essenziale per dare un’opportunità ai giovani, che sono il nostro futuro. Voglio riforme credibili”.

La risposta di Fillon è stata decisa e immediata: “La Francia è sull’orlo di una rivolta. O riformiamo in profondità, o i francesi saranno tentati dall’estremismo. Il mio programma è più radicale, più difficile. Forse. Presento un progetto che taglia con il pensiero unico, per rispondere e dare speranze all’angoscia dei nostri compatrioti tentati dall’estremismo”.

IDENTITÀ E RIFORME

Per Le Parisien, durante il dibattito “François Fillon e Alain Juppé hanno privilegiato le idee di fondo […] con alcune piccole tensioni”. Nella discussione sono emersi due modelli conservatori molto diversi su concetti essenziali come l’identità della Francia e la natura delle riforme prioritarie. Per Juppé l’identità francese è multiculturale: “Per me l’identità della Francia è nella sua diversità. Abbiamo origini diversi, colori di pelle diversi. Quella diversità è una forza”. Fillo, invece, crede l’esatto opposto: “La Francia non ha una vocazione multiculturale. La Francia ha una lingua, una storia. Il multiculturalismo non è il cammino per il nostro Paese. Quando uno straniero arriva nel nostro Paese, deve integrarsi e rispettare la nostra eredità”.

L’EUROPA, PUTIN E TRUMP

Sul ruolo della Francia nel nuovo ordine geopolitico, Juppé crede che “dobbiamo essere forti e generosi per potere rilanciare l’Europe e difendere la nostra sicurezza”. Ostile nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, ha usato un linguaggio molto duro anche nei confronti del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.

Fillon, invece, pensa a una rottura diplomatica: la Francia deve essere una potenza di equilibrio. È contrario alle sanzioni europee contro la Russia, difende un dialogo privilegiato con Mosca per per fare la guerra allo Stato Islamico. A settembre del 2013, Putin ha ricevuto Fillon e i due hanno condiviso posizioni rispetto alla crisi in Ucraina e la guerra in Siria. Recentemente ha scritto: “In Siria una sola potenza ha dimostrato di essere realista: la Russia”.

LAVORO, TASSE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Fillon e Juppé si sono confrontati anche sul ritmo delle riforme. I due hanno programmi molto simili sul piano economico, ma propongono tempi diversi. Fillon vorrebbe un cambiamento nei primi sei mesi del mandato, mentre Fillon crede che per fare un cambio profondo ci vorrebbe più tempo.

In materia fiscale, Fillon – grande ammiratore di Margaret Thatcher – promette una riduzione di 100 miliardi di euro della spesa pubblica, di tagliare 500mila posti nella pubblica amministrazione, di eliminare la settimana di lavoro di 35 ore e allungare l’età pensionistica fino ai 65 anni (attualmente è 62 anni). Propone anche di rendere più flessibile il mercato di lavoro “con regole per assumere e licenziale più facilmente […] Tutti dobbiamo fare uno sforzo e lavorare di più guadagnando un po’ meno”.

Juppé ammette che i francesi devono lavorare di più, ma con un limite di 39 ore per la pubblica amministrazione. Durante il dibattito ha detto che le proposte di Fillon sono poco realistiche e ha proposto una riforma più graduale.

ABORTO E MATRIMONI GAY

“Ci sono punti su cui mi piacerebbe che Fillon chiarisse le sue posizioni, per esempio, sull’aborto […] Nel suo libro Fillon ha cominciato col dire che l’interruzione volontaria di gravidanza era un diritto fondamentale della donna, salvo poi rivedere questa dichiarazione in un altro intervento davanti ai militanti”, ha detto Juppé. “L’aborto è un diritto. Non ho mai detto di essere contrario. Nel mio libro ho scritto che l’aborto è un diritto fondamentale. Quello che volevo dire è che si tratta di un diritto che […] Sono polemiche inqualificabili, così abbassiamo il livello del dibattito”, ha ribadito Fillon. nessuno rimetterà più in discussione.

Fillon è un fervente cattolico. È contrario all’adozione piena per le coppie omosessuali, ma ha assicurato che non modificherà in nessun modo la legge per i matrimoni gay approvata nel 2013 da Hollande.

TUTTI VOGLIONO PAPA FRANCESCO

Una novità di queste primarie dei Repubblicani francesi è il ruolo di Papa Francesco. Juppé e Fillon gareggiano su chi è più vicino al Pontefice. L’obiettivo: conquistare il voto cattolico, che è stato la chiave per i voti a Fillon.

Fillon è sempre stato cattolico. Ogni anno partecipa ai ritiri spirituali nell’Abbadia benedettina di Saint-Pierre de Solesmes. Juppé si definisce come “cattolico agnostico”, cresciuto in un ambiente religioso ma oggi poco praticante.

Fillon ha il sostegno di movimenti contro i matrimoni gay “Manif pour tous” e “Sens commun”. Juppé ha detto di essere più moderno, più vicino al pensiero di Papa Francesco che a questi attivisti.

Il sito Famille Chrétienne ha scritto: “Da dove prende Juppé questa illusione? Da una radio o da un giornale. Juppé è come tre quarti della classe politica: si fida dei media e risponde quello che sente alla radio. Ma deve capire che il Papa crede che il matrimonio riguarda antropologicamente alla coppia uomo-donna. Francesco non criticò a chi, in Francia, si è mobilitato per difendere questa evidenza”.

IL VOTO CATTOLICO

Nel primo turno, Fillon è stato votato dall’elettorato conservatore, mentre Juppé ha conquistato molti elettori di sinistra e centro. Il quotidiano Libération ha scritto che il sostegno della “destra cattolica” rappresenta per Fillon un “ritorno alla difesa della famiglia, il lavoro e la religione”. E ricorda che il candidato alle primarie aveva appoggiato “i deliri di Papa Francesco sulla colonizzazione ideologica” nelle scuole, in riferimento alle teorie di gender.

Il quotidiano Le Monde dice che la “carriera per l’unzione pontificia tra Francois Fillon e Alain Juppé, inedita nella Quinta Repubblica tra candidati alla presidenza, riflette il peso acquistato dal voto cattolico”.

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