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Mps, l’aumento di capitale, i bond e lo sgambetto di Generali al fondo Atlante 2

Di Federico Fornaro e Fernando Pineda
Marco Morelli

E’ finalmente arrivato l’atteso giorno dell’assemblea degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena, oggi chiamata a dare il via libera all’aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro che rappresenta una delle tappe fondamentali per la messa in sicurezza dell’istituto. Il maxi aumento, ha detto oggi l’ad Marco Morelli, è “un’operazione che non ha precedenti per dimensione e struttura nel mercato italiano”.

L’AUMENTO DI CAPITALE

La situazione, in effetti, è complessa: è vero che l’asticella dell’aumento di capitale arriva fino a 5 miliardi, ma lo è altrettanto che la banca guidata da Morelli si aspetta di abbassarla, avendo preso coscienza che chiedere una somma così elevata al mercato, di questi tempi, è quanto mai complesso se non addirittura impossibile. Come? Innanzi tutto con l’offerta di conversione in azioni delle obbligazioni subordinate già annunciata. E in seconda battuta con l’investimento, presumibilmente tramite un aumento di capitale riservato, da parte di un grande fondo. Si parla di Qia, il fondo del Qatar, che potrebbe investire 1 miliardo nella banca senese.

LA CONVERSIONE DELLE OBBLIGAZIONI

Per quanto riguarda il nodo della conversione delle subordinate in azioni, ieri Mps ha incassato un importante ok: quello delle Generali, che hanno in pancia titoli per circa 400 milioni. Philippe Donnet, ad della compagnia del Leone, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale a Londra, ha dichiarato: “Non possiamo fare allo stesso tempo una conversione dei bond e Atlante 2. La conversione ha più valore, per noi la priorità è Monte Paschi”. Se convertisse tutti i bond, Generali diventerebbe azionista di Mps per circa l’8%, davanti al Tesoro, ora al 4%, ma dietro a un eventuale nuovo grande investitore, che come detto potrebbe essere il fondo Qia. Le Generali avevano già fatto trapelare che avrebbero convertito i bond o avrebbero investito, circa 200 milioni, nel fondo Atlante 2 guidato da Alessandro Penati, e chiamato a comprare una tranche delle sofferenze cartolarizzate di Mps. Con la decisione di optare per la prima opzione, continuano, così, le difficoltà di Atlante 2 nella seconda fase di raccolta.

IL NODO QUORUM…

All’assemblea odierna del Monte dei Paschi, si capirà finalmente se è stato superato lo scoglio del quorum, ossia se è stato raggiunto quel 20% di capitale delle banca indispensabile per l’approvazione dell’aumento di capitale. Il quorum è stato raggiunto: all’assemblea degli azionisti di Rocca Salimbeni era presente il 22,3% del capitola. “Decisivo – ha spiegato spiega l’agenzia Ansa – è stato il coinvolgimento dei fondi esteri, che negli ultimi giorni si sono mobilitati e hanno fatto confluire le loro deleghe sull’avvocato Dario Trevisan, storico rappresentante degli investitori istituzionali nelle assemblee delle società quotate”. Sull’aumento di capitale, la fondazione Mps sta alla finestra: “Non abbiamo ancora deciso se aderire, lo faremo nelle prossime settimane”, ha detto Marcello Clarich, presidente dell’ente senese.

…E QUELLO DEL REFERENDUM

Ma sul Monte dei Paschi aleggia anche l’incognita dell’imminente referendum costituzionale. Se il vantaggio del “no” si confermasse nelle urne, scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera, “il governo si dimetterebbe o quantomeno il suo futuro sarebbe a rischio, quindi l’aumento di capitale di Mps risulterebbe congelato. Lo sarebbe a causa della natura stessa dell’operazione: oggi per un investitore estero trasformare il proprio denaro in azioni di nuova emissione di Siena appare razionale solo nell’ambito di un’intesa più ampia con il governo italiano. Quest’ultimo dunque dovrebbe poter godere di un’aspettativa di vita almeno di alcuni anni, per tenere fede alla propria parte delle intese con chi partecipa all’aumento di Mps. Ma se la politica italiana entra in transizione, l’intero percorso è molto più in salita”. Come detto, non solo il Tesoro ha in mano il 4% di Mps (e per ora ne è primo socio singolo), ma va ricordato che il premier Matteo Renzi è apparso in sintonia con Jp Morgan, la qualche con Mediobanca ha disegnato l’operazione di salvataggio di Rocca Salimbeni.

OK DELLA BCE

Oltre a quello delle Generali sulla conversione dei propri bond subordinati, Mps ha appena incassato un altro importante via libera indispensabile per la riuscita del piano di salvataggio. Dalla Banca centrale europea, infatti, che ha in corso a Siena un’ispezione sui crediti che dovrebbe terminare nella prima metà del 2017, è arrivata luce verde all’intera operazione di salvataggio orchestrata da Jp Morgan e da Mediobanca. Operazione che, va ricordato, oltre all’aumento di capitale, prevede la cessione di un maxi pacchetto di sofferenze del valore originario di oltre 27 miliardi. Proprio su una parte di queste sofferenze, dovrebbe scendere in campo Atlante 2. Ma senza l’aiuto delle Generali.



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