Barack Obama è stato il primo “social media president” americano, molto attivo su tutte le principali piattaforme social e sul sito ufficiale della Casa Bianca. Che cosa accade ora a tutti i suoi account? Obama e il suo staff si sono dati da fare perché il nuovo presidente Donald Trump conservi il patrimonio digitale del 44mo Presidente degli Stati Uniti d’America.
IL PATRIMONIO SOCIAL
Negli otto anni di mandato, il presidente degli Stati Uniti, il vice presidente e la First Lady si sono espressi anche con i social media e la tecnologia per raggiungere platee sempre più vaste e globali. Per la prima volta nella storia, Obama ha aperto il profilo @POTUS su Twitter, ha trasmesso in diretta dall’Ufficio Ovale live su Facebook e risposto alle domande dei cittadini su YouTube.
L’amministrazione Obama ha anche rinnovato il sito WhiteHouse.gov aggiungendo blog, RSS e email list. La Casa Bianca stessa ha fatto il suo ingresso su ogni piattaforma social (Facebook, Twitter, Flickr, Vimeo, iTunes, persino MySpace); in particolare dal profilo Twitter @WhiteHouse sono stati mandati 30.000 tweet.
Già nel 2011 Obama ha aperto la piattaforma We the People con cui i cittadini possono mandare petizioni alla Casa Bianca. Michelle Obama ha postato la sua prima foto su Instagram nel 2013; nel 2015, il presidente ha mandato il suo primo tweet da @POTUS e nel 2016, la Casa Bianca ha anche inaugurato la sua presenza su Snapchat.
Kori Schulman, Special Assistant to the President e Deputy Chief Digital Officer, spiega in un articolo sul sito WhiteHouse.gov tutti i dettagli della prima “digital transition” nella storia della presidenza Usa.
TRE OBIETTIVI PER LA TRANSIZIONE
Si tratta di un’infrastruttura digitale che, sottolinea la Casa Bianca, rappresenta un asset per tutti i futuri presidenti e per il popolo americano, perché contiene anche un archivio storico di informazioni corredate da foto e video.
Il piano di Obama per la transizione del patrimonio digitale alla prossima amministrazione prevede tre obiettivi principali. Primo, la conservazione del materiale creato (tweet, snap, video, ecc.) da parte della National Archives and Records Administration (NARA) nei suoi archivi elettronici (ERA); secondo, ovunque sarà possibile, il materiale resterà accessibile sulle piattaforme in cui è stato creato; terzo, il prossimo presidente, chiunque sarà, potrà continuare a usare e ampliare gli asset digitali ereditati da Obama.
Il piano si snoderà nel dettaglio su questi fronti: Social media; We The People; WhiteHouse.gov; foto e video; Open data.
CHE FINE FANNO POTUS E FLOTUS
In ambito social media, per esempio, l‘account @POTUS passerà al 45mo Presidente degli Stati Uniti a partire dal 20 gennaio 2017, conservando i suoi oltre 11 milioni di follower, ma senza più tweet nella timeline. I tweet di Obama andranno invece nel nuovo account @POTUS44, gestito dal NARA, e accessibile al pubblico su Twitter come archivio. I tweet saranno anche archiviati presso il NARA, e lo stesso accadrà per tutti i profili Twitter: @WhiteHouse, @FLOTUS, @PressSec, @VP utilizzati in questi anni. Gli account ufficiali individuali, come @KS44 della vice Chief Digital Officer Kori Schulman, passeranno al NARA e saranno accessibili al pubblico.
La transizione sarà simile per Instagram e Facebook: username, URL e follower restano, ma si partirà ovviamente senza contenuti nella timeline; i contenuti di Obama e della sua amministrazione passeranno nell’archivio. E così via per Medium, Tumblr e YouTube.
LA PIATTAFORMA PER LE PETIZIONI
We the People ha oggi più di 12 milioni di utenti verificati che hanno creato più di 470.000 petizioni rivolte ai governi dei vari Stati Usa. La Casa Bianca si è occupata di mobilitare gli amministratori locali per le richieste che hanno raccolto almeno 100.000 firme. Tra queste ci sono stati temi caldi come la net neutrality e il cosiddetto “cell phone unlocking“, che ha reso legale usare i programmi che sbloccano lo smartphone (negli Usa di solito “legato” alla rete di uno specifico provider al momento dell’acquisto) per cambiare compagnia telefonica.
Il codice della piattaforma We The People è open source: le prossime amministrazioni potranno riusarlo. Tutte le precedenti petizioni saranno conservate dal NARA.
DATI SEMPRE ACCESSIBILI
Il sito WhiteHouse.gov resterà “congelato” fino al 20 gennaio. Poi i suoi contenuti saranno trasferiti su ObamaWhiteHouse.gov, mentre il nuovo presidente erediterà il dominio WhiteHouse.gov.
Anche il patrimonio video (migliaia di ore) foto (milioni) sarà conservato dal NARA, dove resterà accessibile al pubblico.
In generale, per favorire l’accesso del pubblico ai dati dell’amministrazione (Open data), lo staff tecnico della Casa Bianca sta salvando tutti i file creati sui social media in modo che siano facilmente recuperabili e scaricabili e ha anche lanciato un invito a sviluppatori e esperti informatici per proporre nuovi sistemi efficaci di archiviazione dei contenuti dei social media. Da un apposito profilo Twitter appena aperto (@WHWeb) il pubblico sarà informato sulla digital transition.