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Enel, cosa farà Starace su dividendi, rinnovabili e Russia

Ridistribuzione degli investimenti, col sorpasso delle reti sulle rinnovabili, pay-out più elevato, riduzione del costo dell’indebitamento, rifinanziamento dei bond per 12,4 miliardi di euro e con la novità delle emissioni green per compensare i rischi ambientali, buy back fino a due miliardo di euro e acquisizioni in America latina. Sono questi i capisaldi industriali e finanziari del piano Enel 2017-2019, aggiornato e presentato ieri a Londra dall’ad Francesco Starace, con tutta la prima linea del gruppo. Tante le novità contenute nelle linee strategiche, e altrettante quelle annunciate a margine dal top manager, come la possibilità di cedere l’intera Enel Russia (si parla di un’offerta di Inter Rao), piuttosto che la sola maxi-centrale Reftinskaya Gres. Nessuna ipotesi di cessione di Endesa, invece. Il tema è talmente ricorrente che Starace ci ha scherzato sopra.

«Ogni anno in autunno accadono tre cose: la migrazione degli uccelli, il mio compleanno e l’interesse dei fondi per Endesa. E noi ogni volta ripetiamo che li incontriamo, spieghiamo loro che non abbiamo nessuna intenzione di cederla», ha detto l’ad. Andando per ordine, l’indebitamento è atteso per fine anno a 37,2 miliardi di euro circa, un miliardo al di sotto dell’obiettivo iniziale, grazie ai minori costi dell’ormai compiuta riorganizzazione societaria in America latina e al cambio euro/dollaro. Il cfo Alberto De Paoli ha detto che l’obiettivo è mantenere il livello stabile negli anni di piano, e quindi circa 38 miliardi di euro per 2017 e 2018, e di nuovo una discesa a 37,5 miliardi di euro nel 2019, con un rapporto tra indebitamento netto ed ebitda in discesa costante di circa un punto l’anno, da 2.5 nel 2016 a 2.2 nel 2019. Il costo del debito è previsto in riduzione dal 5% attuale al 4,7% nell’arco di piano. Quei tre punti in meno comportano un risparmio addizionale di circa 300 milioni di euro. La lettura del capitolo Capex merita attenzione. Apparentemente la nuova cifra non si discosta molto dalla precedente, perché la riduzione è di circa 300 milioni di euro, da 21,2 miliardi ai 20,9 miliardi del piano aggiornato, nei quale la voce manutenzione è invariata a 8,5 miliardi di euro.

Sono invece gli investimenti destinati alla crescita ad assorbire quella riduzione, passando da 12,7 a 12,4 miliardi di euro, e la distribuzione per settori presenta delle differenze nette: su tutte, il sorpasso delle reti sulle rinnovabili. Se prima alle energie verdi erano destinati ben 7,3 miliardi di euro, adesso la cifra scende a 5,2 miliardi di euro, a beneficio del settore reti che rispetto ai precedenti 4,6 miliardi di euro passa a 5,8 miliardi di euro . Il resto, circa 1,4 miliardi di euro, è divisotra retail (600 milioni di euro) e generazione termica (800 milioni di euro). Gli obiettivi finanziari prevedono per il 2017 un utile netto ordinario di 3,6 miliardi di euro (con ebitda di 15,5 mld), che sale a a 4,1 miliardi di euro al 2018 e a 4,7 al 2019 (rispettivamente con 16,2 e 17,2 miliardi di ebitda). Su questi numeri si basa la prospettiva di crescita del dividendo, con un pay-out 2017 al 65% dell’utile netto ordinario (era il 60% nella precedente versione del piano), che poi salirà al 70% nel 2018 e 2019 (dal previsto 65%). A valere sul prossimo esercizio, perciò, agli azionisti andrà l’importo più elevato tra un dividendo minimo di 21 centesimi per azione e quello basato sul nuovo pay-out.

Tornando alle altre stime finanziarie, nei numeri del settore retail sono incluse le stime della completa liberalizzazione del mercato, da luglio 2018, con un aumento dell’ebitda del 20% a 3 miliardi di euro nel 2019, iche rispetto alle stime del piano precedente rappresenta una crescita del 40%.Enel conta di mantenere la sua attuale quota del 50% sul mercato libero. Nei prossimi tre anni sono previste anche dimissioni per circa tre miliardi di euro, ma il piano comporta anche l’acquisizione di partecipazioni di minoranza in America Latina. Allo stesso tempo verrà valutato un riacquisto di azioni proprie fino a un massimo di 2 miliardi di euro, che dovrà essere approvato dall’assemblea annuale degli azionisti nel 2017, la stessa che dovrà nominare il nuovo cda. Sull’argomento cariche. Starace ha smentito qualunque interesse per altre aziende.

L’aggiornamento del piano ha incontrato il favore del mercato. Tutte positive le reazioni degli analisti,col titolo che ha chiuso con un rialzo del 3,13% a 3,76 euro. Banca Imi stima il dividendo 2017 in 0,23 euro per azione,con un dividend yield del 6%». Anche Banca Akros ha promosso il piano giudicandolo alla portata del gruppo. Per Icbpi «il dividendo 2017 potrebbe essere di un centesimo più elevato rispetto al minimo fissato dalla società di 0,21 euro». Equita Sim sottolinea che il piano industriale «conferma sostanzialmente i target di Ebitda che però scontano il deconsolidamento di una parte del business in Usa (lunedì è stato raggiunto un accordo con GE per una sussidiaria di Enel Green Power North America, ndr)e che pertanto sono superiori alle nostre stime e al consensus».Più prudente Mediobanca che sul titolo conferma il neutral con target a 4,2 euro.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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