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Brexit e Trump come Thatcher e Reagan, venti di rivoluzione in Occidente. Parla Confuorti

“Brexit e Trump sono come la Thatcher e Reagan: elementi di rottura, portatori mutatis mutandis degli stessi valori di rivoluzione, due facce della stessa medaglia che daranno slancio ai populismi in Europa”. Le sorprese non sono finite secondo Francesco Confuorti, presidente e ceo della investment company indipendente Advantage Financial, che a Formiche.net dice di attendersi “cambiamenti forti anche in Europa: l’Italia potrebbe seguire l’esempio del Regno Unito, laddove il dirigismo di Francia e Germania impone una rigidità incompatibile con una politica fiscale liberale che porterebbe l’economia a crescere. Brexit e Trump incarnano le esigenze di tanta parte dei Paesi occidentali diversi da Francia e Germania”. E nelle prossime elezioni: il referendum italiano, le politiche di Francia e Germania del 2017, si potrebbe ridisegnare il futuro dell’Occidente.

IL BLUFF DELLA STAMPA E IL RUOLO DELLA CLASSE MEDIA

Un macrofenomeno che quasi nessuno però si rassegna a vedere, neppure mentre sta accadendo. “Gli opinion poll americani non funzionano – continua Confuorti – sono pilotati da una visione politica della stampa. La vittoria di Trump non è interessante perché Trump e ricchissimo e potente, gli Usa sono sempre stati gestiti da personaggi ricchi e potenti, i Kennedy o i Bush, che sono per lignaggio cugini della Regina di Inghilterra. La novità sta nel fatto che Trump incarna la ribellione contro quello che ha lasciato Barack Obama e che Hillary Clinton, peraltro invisa agli americani, avrebbe proseguito. Parlo di un debito passato in otto anni dal 60 al 105% sul Pil, con il Pil raddoppiato, quindi un fiume di denaro speso senza che la classe media ne beneficiasse”. Quella classe media della Rust Belt che in questa elezione ha fatto la differenza e in generale tutti gli americani che hanno perso potere di acquisto, possibilità di crescere e sogni in questi anni che sarebbero dovuti essere floridi.

LE COLPE DI HILLARY CLINTON

“E poi c’è la responsabilità oggettivo della signora Clinton che era candidata perché aveva una grossa capacità di controllo del sistema politico, non perché realmente lo meritasse: aveva avuto la sua occasione del 2008 e l’aveva persa, avrebbe dovuto farsi da parte”. I danni fatti da Obama non si erano limitati al bilancio degli Usa ma anche ai rapporti con le aree calde del pianeta: “Il Paese – spiega Confuorti – ha perso il potere di indicare la politica in Sud Est asiatico e così in Turchia e nell’area del Mediterraneo, per non dire della Russia dove siamo tornati a un antagonismo totale. Tutto ciò che era stato guadagnato in venti anni è andato disperso negli ultimi otto in termini di capacità di influenzare il mondo”.

GLI SCENARI SU DIFESA E INVESTIMENTI

Ora con Donald Trump il cambiamento potrebbe essere radicale, ma di certo non sarà immediato. “Come si fa a riorganizzare la spesa per la difesa, pari al 30% del bilancio dello Stato, ovvero 6 trilioni di dollari senza passare per il Parlamento per imporre maggiori contributi ai partner della Nato? – si chiede il manager – Dove troverà il funding per le infrastrutture che ha promesso di incentivare? Probabilmente in quelle maggiori spese dei partner per la difesa. Trump vorrebbe abolire l’Obamacare, ma bisognerà capire come e in che misura potrà farlo. E tutte le politiche fiscali potranno essere espletate solo quando saranno definiti i vari segretari e dipartimenti. Insomma quello che sta succedendo ora sui mercati è solo un preludio”.

COSA E’ SUCCESSO AI LISTINI

Storicamente i mercati finanziari hanno sempre dato il benvenuto al presidente. “Nei giorni precedenti le elezioni – conclude Confuorti – molte persone avevano già venduto il mercato americano sull’aspettativa di tassi al rialzo e di un’elezione che sarebbe potuta essere controversa. Quando Trump è stato eletto, gli investitori hanno rifocalizziato l’attenzione su settori e opportunità della politica fiscale americana che si attende. Non più sugli stimoli monetari come è stato finora. E le aspettative di crescita che questa porterebbe hanno dato gas ai listini. Ma siamo nel campo delle ipotesi e nei prossimi due o tre mesi a dominare sarà la volatilità. Poi, tutto dipenderà dalle misure in cui si concretizzerà realmente la presidenza Trump”.


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